Legge 40: no al test preimpianto a scopo eugenetico
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Scritto da Giorgia Marchesi     Venerdì 24 Febbraio 2012 16:05 Stampa
legge 40Il Consiglio Superiore della Sanità, chiamato ad esprimersi sulle nuove linee guida della legge 40 sulla procreazione assistita, ha dato parere favorevole, con alcune modifiche e suggerimenti per il Ministro della Salute, Renato Balduzzi.

In Italia le tecniche di fecondazione assistita possono essere rischieste da chi è infertile o da chi, anche se fertile, è portatore di malattie infettive come Hiv, Hbv e Hcv.

legge 40: no al test preimpianto a scopi eugenetici
Non si citano le malattie genetiche, nonostante i tribunali abbiamo già riconosciuto questo diritto ad alcune coppie fertili che rischiavano di avere figli con gravi malattie come la talassemia e la fibrosi cistica.

Il CSS, prendendo atto di alcune sentenze di tribunali, ribadisce il no alla possibilità di effettuare test preimpianto sull'embrione a fini eugenetici. Un punto questo che dà però luogo a diverse interpretazioni, poiché secondo alcuni membri del Css, infatti, il test preimpianto su coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche non rappresenta eugenetica e dunque, in conseguenza di tale interpretazione, sarebbe possibile effettuare il test, e ciò anche sulla base di alcune sentenze già espresse da tribunali.

Secondo altri membri del Css, al contrario, è da considerarsi la norma della legge a tutela della salute dell'embrione, sulla base della quale si escluderebbe, dunque, tale possibilità di test preimpianto.

Inoltre, sempre secondo quanto si è appreso, nelle linee guida verrebbe a cadere il limite precedentemente stabilito della produzione di soli tre embrioni da impiantare. Si prevederebbe anche che gli embrioni prodotti non possano essere trasferiti ma debbano restare nella struttura iniziale, dal momento che non sarebbero disponibili risorse finanziarie mirate alla creazione di un'unica struttura di raccolta.

Le linee guida dovrebbero essere quindi vagliate dal ministro della Salute considerando i suggerimenti degli esperti del Css per l'approvazione; successivamente se il ministro dovesse apporre la firma al provvedimento, le linee guida dovranno essere pubblicate in gazzetta ufficiale.
 

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