Il 5% degli alunni italiani è dislessico
Bambini - Articoli
Scritto da Angela Messina     Lunedì 28 Febbraio 2011 10:39 Stampa
bambiniLa Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA) e con questo termine ci si riferisce ai disturbi delle abilità scolastiche quali dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia. La principale caratteristica di questo disturbo è la sua specificità, ovvero il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

Ciò significa che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino non deve presentare: deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici. Tale disturbo è determinato da un'alterazione neurobiologica che caratterizza i DSA (disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato).

il 5% della popolazione studentesca italiana è affetta da dislessia
La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (cioè una difficoltà di tipo ortografico, nel 60% dei casi) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura, cioè una cattiva resa formale, nel 43% dei casi), nel calcolo (44% dei casi) e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e,di solito,vivaci e creativi.

Il segreto per aiutare i bambini dislessici? Puntare su didattiche innovative create attorno agli studenti. Di questo si è parlato al primo incontro nazionale delle associazioni che si occupano di dislessia, il 26 e 27 febbraio, presso l'Atahotel Expofiera di Pero

Il convegno, organizzato dalla onlus Il Laribinto, raccoglie la sfida lanciata dalla recente legge 170/2010 sulla dislessia: 350-400 mila studenti (il 5% della popolazione studentesca) con disturbi specifici di apprendimento per dislessia, disortografia e discalculia, dovranno poter raggiungere gli stessi obiettivi dei loro compagni.

Nell'incontro si è parlato della ricerca di una didattica pensata per tuti i ragazzi, ma con modalità tali che gli studenti dislessici, ragazzi intelligenti e in gamba, abbiano maggiore facilitazione nell'apprendimento: se non studiano non è perché non vogliano farlo ma perché la loro fatica è molto superiore a quella dei loro compagni.

Fonte
: AGI
 

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