Dal web petizione alla Mattel per una Barbie calva a sostegno delle bambine malate di cancro
Bambini - Articoli
Scritto da Angela Messina     Venerdì 13 Gennaio 2012 15:18 Stampa
cancroDa quando è stata creata, 53 anni fa, la Barbie è uno dei giocattoli più famosi del mondo, che si è modificata nel tempo seguendo la moda del momento e allora perchè non creare una Barbie calva a sostegno delle bambine malate di tumore?

L'idea nasce sul sul web in una chat dedicata ai malati di tumore quando si incontrano Rebecca Sypin, insegnante californiana la cui figlia di 12 anni Kin soffre di leucemia, e Jane Bingham, fotografa del New Yersey che ha subito la chemioterapia a causa di un linfoma.


una barbie calva per le bambine malate di tumore
Lanciata online, l’idea della Barbie calva sta conquistando un grandissimo successo e ad oggi la pagina intitolata Barbie beautiful & bald, che oggi conta più di 85.000 mi piace. Il nuovo prodotto servirebbe pertanto a dare un’immagine reale anche per tali aspetti, e potrebbe portare le bimbe a rapportarsi in maniera agevolata con tali problematiche sfortunatamente abbastanza comuni nella vita di tutti i giorni.

Forse il clamore mediatico spingerà a produrre in serie la Barbie senza capelli che potrebbe aiutare le più piccole nel processo di guarigione, come sottolineano psicologi e oncologi americani.

D’altra parte la Mattel ha già creato una bambola del genere, infatti, secondo quanto riportato dai media americani, a rivolgere per primi alla Mattel la particolare richiesta sono stati i genitori di Genesis Reyes, una bimba di quattro anni di Long Island malata di cancro, che aveva perso tutti i capelli a causa della chemioterapia. Quando la piccola ha detto che era triste perché non si sentiva più una principessa, i genitori hanno fatto realizzare una Barbie calva così che la figlia potesse condividere con la bambola il problema della perdita dei capelli.

L’idea è proprio quella di produrla ufficialmente: nel corso della sua storia Barbie ha raccontato il mondo a suo modo indossando i panni di professioniste di ogni genere e ora potrebbe diventare un simbolo per tutte le donne che lottano contro il cancro.

La perdita dei capelli è, infatti, il segno più evidente della malattia e per le piccole malate rappresenta un vero e proprio dramma. Poter condividere lo stesso problema con la loro beniamina di plastica, allora, potrebbe essere un aiuto psicologico importante. Ma se, al contrario, queste bimbe non volessero specchiarsi in una bambola che virtualmente prova le loro stesse sofferenze? Per alcune di loro, fanno notare i detrattori dell'iniziativa, potrebbe essere terapeutico proprio giocare con pettine e spazzola sui finti capelli da principessa in attesa che anche i loro ricrescano e non con una bambola malata. Di certo, a vincere su tutto, come sempre, saranno proprio il gioco e la fantasia.

Sembra, però, che l'azienda statunitense non abbia apprezzato l'idea. Si è trincerata dietro un «No comment» a Cnn, Ap e altri media, e l'unica sua risposta in merito è quella che ha inviato a Rebecca e Jane: «La Mattel non accetta idee da fonti esterne».
 

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