La piccola Serena Furnari entra in ospedale per una semplice asportazione delle tonsille pensando ai gelati che avrebbe mangiato dopo l'operazione, ma per lei è stato un intervento fatale, muore a 5 anni gettando nella più triste disperazione la famiglia.

All'ospedale Salesi di Ancona era arrivata il 9 febbraio dove era stata sottoposta a tonsillectomia ma per una complicanza (probabilmente una perdita di sangue che non si voleva arrestare) aveva poi subito un secondo intervento nella stessa giornata.

I giorni seguenti alla seconda operazione la piccola viene sottoposta al normale iter post-operatorio di monitoraggio e osservazione nel reparto di otorinolaringoiatria fino a giovedì 16 febbraio, data in cui viene dimessa e rimandata a casa dalla famiglia. Ma è proprio nelle mura domestiche che inizia la tragedia: alle 6:30 della mattina del 18 febbraio la bambina accusa forti colpi di tosse e perdite di sangue dalla bocca che le impediscono di respirare. I genitori chiamano il 118 e iniziano la loro corsa disperata al pronto soccorso, ma la piccola Serena muore in ambulanza per arresto cardiaco. Nei prossimi giorni verrà effettuata l'autopsia ( che per tonsillectomia non si registrava da 35 anni) disposta dalla procura per capire se c'è stata qualche relazione tra l'operazione dei chirurghi e il decesso. Intanto la Direzione Generale degli Ospedali Riuniti di Ancona esprime ai genitori profonda partecipazione per la dolorosa perdita.

La tonsillectomia è l'operazione chirurgica più frequente in età pediatrica e spesso non ci sono valide ragioni per eseguirla. Dopo aver considerato i principali studi internazionali, la linea guida italiana nel 2003 ha dato disposizioni di intervento quando si verifica una delle tre seguenti condizioni: restringimento della faringe che porta ad apnee ostruttive; se si hanno più di cinque episodi acuti in un anno di tonsillite dove persiste l'ingrossamento dei linfonodi anche dopo un trattamento con antibiotici;  infine se l'ingrossamento delle tonsille può far pensare ad un tumore maligno. In tutti gli altri casi si raccomanda un trattamento mirato con antibiotici.