Alimentazione dei bambini: porzioni esagerate nel piatto
Bambini - Articoli
Scritto da Carmela Pelaia     Venerdì 20 Aprile 2012 08:00 Stampa
Bambino che mangiaTroppo formaggio, troppa carne, troppa pasta nei piatti dei bambini italiani che assumono quantità di proteine, grassi e zuccheri doppie rispetto al fabbisogno realmente necessario: le mamme abbondano con le porzioni di cibo (che sono più importanti del calcolo delle calorie) soprattutto nella fascia d'età che va dai 0 ai 9 anni.

Un bambino su tre è sovrappeso e uno su dieci è obeso, e il 50% di loro rischia di esserlo anche in età adulta; a lanciare l'allarme è l'Associazione nazionale dei dietisti italiani (Andid) durante il 24° Congresso nazionale a Verona fino al 21 aprile.

alimentazione bambini: porzioni esagerate nel piatto
Cristina Cassatella, dietista del servizio all'educazione all'appropriatezza alla Asl di Milano, spiega come "già all'età dello svezzamento i bambini consumano troppe proteine fornite dagli omogeneizzati e i liofilizzati, usandone il barattolo intero quando ne basta la metà. Idem per i formaggi da sciogliere nelle pappe. Per quanto riguarda la carne, in media una porzione data ad un bambino di quattro anni equivale a quella necessaria per un bambino di 7-8. Cassatella aggiunge che "dalle indagini sulle abitudini alimentari nell'infanzia, emerge chiaramente che fino a 8-9 anni al bambino manca il concetto di porzione e di tempo in cui consumare i cibi: occorre lavorare sui genitori ma le mamme spesso sono convinte che i loro figli mangino poco".

Proprio in aiuto delle giuste porzioni, nei prossimi mesi arriverà il "Primo Atlante Fotografico Tridimensionale" su CD ai pediatri e ai dietisti, dove sono fotografati i piatti in dimensioni reali con le porzioni esatte di tutti cibi, per educare le mamme di bambini fino a 9 anni ad una corretta preparazione delle pappe, le quantità dei cibi che non vanno pesate ma valutate ad occhio, inoltre verrà suggerito il tempo giusto per ogni alimento, colazione,snack, pranzo, merenda, cena. Giovanna Cecchetto, presidente dell'Andid, sottolinea che l'educazione alimentare dovrebbe iniziare nelle mense scolastiche per poi estendersi alle famiglie: secondo i dati dell'ISS solo il 68% delle scuole possiede una mensa, solo il 38% distribuisce frutta e il 34% svolge meno di due ore di attività fisica.
 

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