Studio sui pulcini per trovare le cause dell'autismo nei neonati
Bambini - Articoli
Scritto da Carmela Pelaia     Giovedì 31 Maggio 2012 15:00 Stampa
autismoPotrebbero essere i pulcini a farci scoprire le cause dell'autismo. Di questo è convinto Giorgio Vallortigara, direttore vicario del Centro Mente/Cervello (Cimec) dell'Università di Trento, che ha appena ricevuto un finanziamento dall'European Research Council di 2,5 milioni di euro per un progetto sui meccanismi del comportamento sociale.

Il progetto durerà cinque anni e permetterà anche l'assunzione di nuovi ricercatori, in più saranno aperte collaborazioni soprattutto con istituti che si occupano dei bambini, per poter avere accesso ai neonati da studiare a poche ore dal parto.

studio sui pulcini per trovare le cause dell'autismo nei neonati
Lo studio inizia ufficialmente a giugno con l'idea di condurre in parallelo ricerche sui pulcini e sui bambini di poche ore di vita, che hanno meccanismi molto simili nel riconoscimento di forme semplici come i visi o di movimenti biologici. L'obiettivo è capire quali sono le aree del cervello, e in un secondo momento anche i geni, coinvolte in queste capacità, che sono deficitarie nei bimbi con problemi come l'autismo, e magari sviluppare test cognitivi in grado di riconoscerli subito.Per lo studio sarà acquistato un'apparecchiatura per la spettroscopia nel vicino infrarosso (Nirs), una tecnica di imaging-cerebrale, completamente non invasiva, che permette di osservare il cervello in azione anche nei bambini con poche ore di vita.

Il professore spiega nel dettaglio che "si creerà una persona che si muove, ma anziché proiettare l'immagine di una persona in movimento, si trasforma l'immagine in una serie di puntini luminosi in corrispondenza delle articolazioni in modo da convogliare una forte impressione di un movimento biologico. Oppure un simulacro della mamma. I neonati e i pulcini sono sensibili a questo tipo di immagini, si vuole capire quali regioni del cervello vengono attivate. Mentre i bambini autistici hanno difficoltà a riconoscere queste immagini. Le vedono, ma non riescono a interpretarle in maniera non sociale, come semplici punti in movimento".

 

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