Adozioni: dove stanno andando a finire?
Bambini - Articoli
Scritto da Giulia Gori     Venerdì 13 Luglio 2012 09:00 Stampa
maniChe fine hanno fatto le adozioni internazionali? Non è una domanda oziosa: per decenni la scelta di adottare un figlio o una figlia dall’estero è stata un gesto di coraggio che la coppia viveva come un vero atto di giustizia, affrontando qualsiasi difficoltà, di natura economica o burocratica che fosse.

E poi, cos’è successo? Ultimamente impazza sul web, tra i forum specializzati e i siti delle associazioni di famiglie adottive, il ritornello dell’Italia che non adotta più. Andiamo a leggere i dati ufficiali, forniti dall’autorità centrale (la Commissione adozioni internazionali). Dal 2006 al 2011 i decreti di idoneità all’adozione internazionale concessi dai tribunali dei minori alle coppie italiane sono calati da 6.273 a 3.179: un crollo del 49%, accompagnato da un calo delle domande di disponibilità ad adottare un bimbo straniero pari al 32%, nel giro di soli quattro anni (2006-2010).

campagna adozioni
A denunciare la tendenza negativa è un’associazione di famiglie adottive e affidatarie, Ai.Bi. Amici dei Bambini, ente autorizzato alle adozioni internazionali dal 1986. In trent’anni di battaglie per i diritti dei minori Ai.Bi. ha visto i tempi d’oro e il declino dell’adozione internazionale. Pressoché unica nel panorama .

Il calo delle idoneità e delle domande di disponibilità corrisponde a una vera e propria crisi dell’adozione, all’interno della quale l’Italia non è che uno dei tanti Paesi coinvolti”, dichiara Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. “In particolare questo calo, se manterrà la progressione costante che ha tenuto finora, porterà purtroppo alla fine delle adozioni internazionali, entro il 2020”.

Su queste basi Ai.Bi. si è fatta promotrice di una battaglia per cambiare la legge 184/83, che regolamenta le adozioni internazionali nel nostro Paese. “Quest’anno la nostra squadra di esperti si è messa al lavoro su un innovativo progetto di riforma di legge - espone Griffini -. Abbiamo sintetizzato i nostri principi di riforma nel Manifesto ‘Oltre la Crisi, per una legge sull’adozione internazionale’, che abbiamo presentato a maggio in occasione del Family Day di Milano, contemporaneamente diffondendolo a mezzo internet. Proponiamo di ridurre i tempi burocratici dell’iter adottivo, di creare un percorso congiunto tra servizi sociali ed enti autorizzati eliminando i costosi passaggi presso i tribunali per i minorenni (una perdita di tempo: tutti i maggiori Paesi europei hanno già abbandonato questo retaggio del passato). Inoltre proponiamo che l’adozione internazionale venga aperta ai single. Stiamo procedendo in modo completamente democratico: il Manifesto è aperto alle sottoscrizioni delle coppie adottive e delle famiglie e infatti, in meno di due mesi, ci siamo trovati a veleggiare, tra adesioni cartacee e adesioni online, verso le 10mila firme. Presto presenteremo la nostra proposta di legge in modo completo e articolato, avviando il dibattito pubblico. L’obiettivo è di portare la proposta di legge di Ai.Bi. all’attenzione delle autorità di Governo”.

L’adozione, l’atto più bello che una persona possa compiere in questa vita è il motto di questa battaglia per la riforma della legge, accompagnata da una vera e propria campagna di comunicazione e sensibilizzazione, comprendente uno spot tv e uno radio già approdati sui media nazionali e locali. Tutto questo è visibile sul sito dell’associazione, www.aibi.it, che promuove in Italia e in 25 Paesi del mondo il diritto del minore ad avere una famiglia.
 

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