La combinazione tra infezione prenatale e stress in adolescenza aumenta il rischio di schizofrenia
Bambini - Articoli
Scritto da Letizia Perugia     Lunedì 04 Marzo 2013 08:47 Stampa
bimbo prenataleIl periodo passato nel grembo della madre è molto importante per lo sviluppo del bambino una volta nato. Sia a livello fisico che psicologico. Gli scienziati hanno ora puntato il dito sulle infezioni prenatali e sull'effetto che potrebbero avere su un futuro ed ipotetico manifestarsi della schizofrenia: il rischio in questo caso aumenta.

Uno studio internazionale pubblicato su "Science", a cui ha partecipato Marco Andrea Riva del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell'Università degli Studi di Milano, ha scoperto che l'interazione tra eventi ambientali avversi in gravidanza e stress durante l'adolescenza aumenta il rischio di patologie psichiatriche in età adulta.

pancione
L'esistenza di una correlazione tra esposizione ad eventi avversi nelle prime fasi della vita e lo sviluppo di patologie psichiatriche anche molto successive nel tempo, è un dato assodato da molti studi epidemiologici umani. Altra cosa è riuscire a trovare il peso specifico dei vari eventi valutandone l'effettiva incidenza nel sorgere della patologia.

Questo risultato è stato raggiunto dallo studio che è frutto della collaborazione tra un gruppo di Neurofarmacologici dell'Università degli Studi di Milano, guidato da Marco Andrea Riva del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, con centri Svizzeri, Tedeschi e Danesi.

Per la prima volta, si è dimostrato che esiste un'interazione sinergica tra infezioni prenatali e stress nell'adolescenza nell'eziologia di patologie psichiatriche croniche, come schizofrenia, autismo e depressione.

Gli scienziati hanno ottenuto questo risultato impiegando un modello animale (topi) e hanno isolato i diversi elementi di rischio, potendo controllare severità e tempistiche delle manipolazioni che si sono rivelate cruciali per gli esiti patologici.

Nello studio sono stati utilizzati due eventi avversi di moderata entità: l'esposizione a un'infezione durante la gestazione e uno stress prolungato durante l'adolescenza. L'intensità e la tipologia di tali manipolazioni sono assimilabili ad eventi che se si verificano da soli, ossia non in combinazione, nell'uomo hanno esiti patologici limitati.

Nello studio invece si è dimostrato che gli animali nati da mamme esposti ad un'infezione durante la gravidanza, poi esposti a stress durante la pubertà hanno sviluppato invece alterazioni comportamentali assimilabili a disturbi psichiatrici di tipo schizofrenico.

I ricercatori hanno utilizzato test comportamentali che riproducono anomalie funzionali presenti nei pazienti schizofrenici, come la risposta eccessiva a sostanze psicostimolanti. Agli animali è stata somministrata anfetamina e poi valutata la loro attività locomotoria (usata come indicatore della loro risposta all'agente stimolante), ha mostrato che i topi esposti alla combinazione di entrambi gli eventi avversi (infezione prenatale+stress in adolescenza) si rivelano molto più sensibili all'anfetamina rispetto agli animali del campione di controllo o a quelli esposti ad uno solo dei eventi avversi considerati.

La patologia psichiatrica si sviluppa solo in presenza dell'associazione dei due fattori avversi. Il secondo risultato di questo studio è la relazione che è stata stabilita tra i due fattori avversi.

I ricercatori hanno scoperto che l'esposizione ad eventi avversi durante la gestazione interferisce con il processo di maturazione di specifiche strutture cerebrali rendendo il cervello più sensibile, più vulnerabile nella sua risposta allo stress durante la pubertà.

A causa di questo evento prenatale, la prole reagisce in modo diverso allo stress durante la pubertà, con una risposta aberrante da parte del sistema immunitario cerebrale che gli studiosi hanno evidenziato tramite l'analisi dei marker infiammatori.

I risultati, oltre a suggerire l'importanza, per patologie complesse e multifattoriali come la schizofrenia, dell'impiego di modelli complessi che consentano l'analisi mirata dei fattori di rischio, lo studio apre nuove prospettive per interventi terapeutici maggiormente basati sulla prevenzione.

Fino ad oggi, il trattamento farmacologico della schizofrenia e delle patologie correlate, si basa sul controllo dei sintomi della malattia solo dopo che la patologia si è manifestata completamente dal punto di vista clinico.

Considerando che molti fattori di rischio sono associati al neurosviluppo e alle prime fasi della vita, è lecito ipotizzare che l'identificazione precoce dei sintomi, insieme all'individuazione di soggetti con aumentato rischio psicopatologico, offrirebbe la possibilità di mettere in atto strategie terapeutiche mirate a prevenire lo sviluppo della patologia stessa.
 

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