Le donne e lo spazio urbano: quando la città diventa un luogo proibito
Bambini - Articoli
Scritto da Eva Forte     Giovedì 28 Maggio 2015 13:14 Stampa
Bambini di HaitiAndare a scuola, recarsi al lavoro, prendere un autobus, passeggiare nel parco pubblico: normali azioni di vita quotidiana che molte donne compiono durante la loro vita. E se non fosse così per tutte?

In alcuni Paesi del Sud del mondo, la situazione è molto diversa e avere accesso ai luoghi e ai servizi delle proprie città non è così scontato. Al contrario, in molti casi la città si trasforma in vero e proprio luogo proibito da cui le donne vengono escluse, emarginate. Questo è quanto emerge dal dossier recentemente pubblicato da Actionaid “La città proibita, le donne e lo spazio urbano”che riporta alcune storie reali di donne che si trovano a lottare ogni giorno per compiere quei gesti che per la maggior parte di noi sono assolutamente normali.

I bambini terremotati di Haiti
Tra le storie che colpiscono di più c’è quella di Debaki, giovane nepalese, molestata sull’autobus che la portava da Kathmandu, dove studia, al villaggio in cui vivono i suoi genitori. Dal Dossier apprendiamo che in Nepal, le violenze sui mezzi pubblici sono molto comuni poiché ritenute quasi “normali” e comunque non sono inibite dalla pubblica piazza.

Un’altra storia shock è quella delle bambine africane costrette a lavorare in discarica tutto il giorno per reperire pezzi di plastica o altri materiali da poter rivendere per racimolare qualche soldo. In particolare si fa riferimento al Kenya, in cui di violenza sulle bambine arriva all’ 83%.

Dal dossier emerge inoltre che molti di questi abusi nascono proprio da un dogmatismo di base, secondo cui le donne vengono viste come esseri per natura inferiore e talvolta sono loro stesse ad autoemarginarsi per non essere molestate per strada o sul luogo di lavoro, solo per fare alcuni esempi.

Oltre ad informare su queste difficili situazioni, il dossier mira a diffondere anche le iniziative di adozione a distanza di Actionaid sottolineando il fatto che intervenendo fin dalla prima infanzia, sia possibile dare un futuro migliore a molte future donne.

Noi siamo d’accordo con questa iniziativa e concludiamo con una bella frase della poetessa americana Adrienne Rich: “il fatto più notevole che la nostra cultura impone alle donne è il senso dei loro limiti. La cosa più importante che una donna può fare per un’altra è illuminare ed espandere la percezione delle sue reali possibilità”.
 
 

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