Giovedì 08 Luglio 2010 14:27
Secondo un team composto da ricercatori internazionali, il cibo riprodotto in un ambiente virtuale provocherebbe la stessa risposta emotiva di un alimento vero e proprio; la scoperta potrebbe quindi risultare efficace contro i disturbi dell’alimentazione e per il loro screening.Certo, nutrirsi di cibo artificiale sicuramente aiuterebbe a perdere peso o controllare la fame, però è probabile che, per esempio, un vero piatto di pasta all’amatriciana susciti in noi un piacere diverso.
Per i pazienti sofferenti di tali disturbi la vista del cibo vero provocherebbe ansia, ma questa novità tecnologica aiuterebbe loro a migliorare il rapporto con gli alimenti permettendo una lenta reintroduzione di vivande reali.
Lo studio, pubblicato sulla rivista 'Annals of General Psychiatry' di BioMed Central, ha permesso di valutare lo stato emozionale che si presenta quando si ha a che fare con cibo virtuale, con quello vero e con la rappresentazione fotografica dello stesso.
In particolare, è stato analizzato l’effetto che svolge sui soggetti sofferenti di disturbi dell’alimentazione.
L’esperienza virtuale ha dimostrato di essere molto più efficace delle immagini rappresentative.
Durante lo studio, che ha coinvolto 10 pazienti anoressici e 10 bulimici, sono stati collocati nel tavolo di fronte a loro degli alimenti ipocalorici.
In quel momento è stato registrato il loro ritmo cardiaco, il livello di stress psicologico e la sudorazione.
La stessa cosa è stata ripetuta durante una presentazione di cibi e durante un viaggio in una realtà virtuale; in esso i pazienti potevano interagire con gli alimenti come se fossero veri.
Quello che si è potuto notare è che i livelli di stress erano identici sia durante l’esposizione al cibo reale che al cibo virtuale.
Fonte: La Stampa.it
Lo studio, pubblicato sulla rivista 'Annals of General Psychiatry' di BioMed Central, ha permesso di valutare lo stato emozionale che si presenta quando si ha a che fare con cibo virtuale, con quello vero e con la rappresentazione fotografica dello stesso.
In particolare, è stato analizzato l’effetto che svolge sui soggetti sofferenti di disturbi dell’alimentazione.
L’esperienza virtuale ha dimostrato di essere molto più efficace delle immagini rappresentative.
Durante lo studio, che ha coinvolto 10 pazienti anoressici e 10 bulimici, sono stati collocati nel tavolo di fronte a loro degli alimenti ipocalorici.
In quel momento è stato registrato il loro ritmo cardiaco, il livello di stress psicologico e la sudorazione.
La stessa cosa è stata ripetuta durante una presentazione di cibi e durante un viaggio in una realtà virtuale; in esso i pazienti potevano interagire con gli alimenti come se fossero veri.
Quello che si è potuto notare è che i livelli di stress erano identici sia durante l’esposizione al cibo reale che al cibo virtuale.
Fonte: La Stampa.it
