La dieta di mantenimento è a base di fibre e proteine
Benessere - Alimentazione
Scritto da Angela Messina     Mercoledì 11 Luglio 2012 13:27 Stampa
dietaDopo aver seguito una dieta dimagrante e aver ottenuto buoni risultati, il problema più difficile è il mantenimento del peso. Ma come fare? Una ricerca americana, incentrata sull’approccio migliore da seguire per chi, finita la dieta dimagrante, si trova a dover combattere con la riduzione del metabolismo basale, un fenomeno legato proprio alla restrizione calorica indotta dalla dieta, dice che la la regola è solo una: mangiare fibre e proteine.

Lo studio dei ricercatori del New Balance Foundation Obesity Prevention Center Children Hospital di Boston,pubblicato su Jama, rivela infatti che fibre e proteine sono gli elementi cardini di una buona dieta di mantenimento, dieta in cui non bisogna rinunciare a nulla, nemmeno ai grassi e ai carboidrati.

dieta mantenimento
I ricercatori hanno diviso in tre gruppi 21 giovani adulti che avevano perso, con un regime dimagrante standard, dal 10% al 15% del peso e li hanno sottoposti a tre diverse diete di mantenimento, di pari apporto energetico ma di composizione differente. La prima, a basso contenuto di grassi, enfatizzava la presenza di cereali, frutta e ortaggi (carboidrati 60% delle calorie totali, grassi 20%, proteine 20%). La seconda, a basso indice glicemico, mirava a sostituire una parte degli alimenti amidacei con grassi salutari e legumi, ortaggi e frutta (40% di carboidrati, 40% di grassi e 20% di proteine). La terza, infine, era a bassissimo contenuto di carboidrati (carboidrati 10% delle calorie totali, grassi 60%, proteine 30%).

Ebbene, il metabolismo basale si è ridotto sensibilmente (rispetto ai valori prima del dimagrimento) con la dieta a basso contenuto di grassi; la dieta a basso indice glicemico ha prodotto invece una riduzione intermedia del metabolismo basale; infine, la dieta molto povera di carboidrati è risultata quella che riduceva il metabolismo basale meno delle altre.

Quest’ultima, dunque, sembrava essere la migliore al fine di non recuperare i chili persi. I ricercatori, però, si sono accorti che con questo tipo di dieta risultavano più elevati sia il livello ematico di cortisolo, che è un indicatore dello stress, sia il livello di proteina C reattiva, un indicatore di infiammazione. E questo suggerirebbe un impatto negativo di questo regime alimentare sul rischio di eventi cardiovascolari.

In conclusione: la dieta migliore per non riacquistare peso è quella con la composizione più equilibrata, senza limitazioni eccessive né dei grassi né dei carboidrati, e con un apporto significativo di fibre vegetali in grado di limitare l'incremento di glicemia e insulina dopo il pasto.
 

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