Trovata la cura per le abbuffate compulsive
Benessere - Alimentazione
Scritto da Tatta Bis     Mercoledì 12 Giugno 2013 09:16 Stampa
BulimiaGli scienziati italiani scoprono una cura possibile per la sindrome delle abbuffate compulsive e per la bulimia, più in generale il disturbo da alimentazione incontrollata.
 
La scoperta è stata fatta attraverso uno studio condotto da Valentina Sabino E Pietro Cottone della Boston University, pubblicato sulla rivista "Neuropsychopharmacology". Gli esperti hanno scoperto l'interruttore da disattivare nel cervello per spegnere la sindrome dell'abbuffata: l'ormone dell'ansia "CRF".
 
Abbuffate Compulsive

Hanno inoltre individuato una molecola, sperimentata già in precedenza contro la depressione ma non in commercio, che agisce proprio su questo ormone bloccando le abbuffate.
 
Il meccanismo d'azione scoperto e il possibile trattamento farmacologico riguarda tutte le forme di abbuffata compulsiva, come spiega all'ANSA Cottone.
 
Gli esperimenti sono stati eseguiti in ratti resi "cibo-dipendenti", lo studio mostra che bloccando l'ormone cerebrale dell'ansia, il CRF, si può bloccare sia la pulsione ad abbuffarsi sia l'ansia generata dall'astinenza da cibo.
 
Nell'abbuffata compulsiva l'ansia viene spenta abbuffandosi e secondo i ricercatori, dietro questo disturbo c'è CRF, che aumenta nell'amigdala (il centro che genera ansia) durante l'astinenza da cibo, incrementando l'ansia.
 
Iniettando una molecola che blocca CRF, i ratti smettono di essere ansiosi e non sentono più il bisogno di abbuffarsi. Gli studiosi hanno dimostrato che iniettando un farmaco antagonista del CRF nell'amigdala, si bloccano completamente le abbuffate compulsive e l'ansia generata dall'astinenza dai cibi appetitosi.
 
Mangiare grandi quantità di cibo, senza fermarsi è un problema che alla lunga diventa un'ossessione. I disturbi dell'alimentazione sono al centro di diversi studi. Secondo una recente ricerca pubblicato sulla rivista Comprehensive Psychiatry, la realtà virtuale aiuta a vincere i disturbi alimentari. 
 
Una cucina virtuale, dove si simula l'azione di mangiare pizza può essere utile per fermare l'impulso. Lo studio coinvolto una sessantina di soggetti sani e con disturbi dell'alimentazione, è stata svolta presso l'Università di Valencia. 
 
Emerge dallo studio che gli individui si sentono realmente in quella cucina e che chi soffre di disturbi del comportamento alimentare, mangiando la pizza, prova sentimenti negativi e l'ansia di mettere su peso. 
 
Inoltre i pazienti dopo il ciclo di terapia virtuale sembrano avere una riduzione dell'ansia da cibo, segno del valore terapeutico della realtà virtuale. 
 
 

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