Il latte biologico contiene meno iodio, zinco e selenio
Benessere - Alimentazione
Scritto da Letizia Perugia     Martedì 09 Luglio 2013 09:16 Stampa
latteIl latte biologico ha meno zinco, iodio e selenio rispetto al latte prodotto con i metodi tradizionali: lo ha rivelato una nuova ricerca dell'Università di Santiago de Compostela. I ricercatori hanno confrontato i valori nutrizionali del latte biologico e di quello convenzionale prodotto da oltre 30 aziende agricole del nord-est della penisola iberica.
 
Secondo gli scienziati, la differenza è causata dall'assenza di alcune sostanze minerali nelle diete delle mucche allevate in maniera bio. Le mucche, negli allevamenti biologici, dovrebbero avere diete con fonti naturali di iodio integrate (come le alghe) perché è molto importante per i bambini e le donne incinte.
 
Mucca

La concentrazione di nutrienti nei prodotti alimentari animali è legata alle diete seguite degli animali allevati. I metodi di produzione convenzionali forniscono integratori dietetici minerali, mentre negli animali allevati con agricoltura biologica dipende dal contenuto del minerale nel suolo.
 
Con questa ricerca si riaccende il dibattito che riguarda i valori nutrizionali dei prodotti biologici, confrontati con quelli tradizionali. Alcuni studi precedenti avevano dimostrato che in molti casi non vi è alcuna differenza a livello nutrizionale.
 
Ci sono però degli alimenti che sarebbe meglio se fossero biologici. Alcuni alimenti, come banane, cavoli, avocado, cipolle, kiwi o asparagi non assorbono molto i pesticidi e vengono sbucciati prima di essere consumati. Altri poiché maggiormente soggetti all'impiego di pesticidi o medicinali, andrebbero acquistati soltanto se di provenienza biologica certificata o comunque sicura. Tra essi vi sarebbero anche latte e latticini.
 
La ricerca dell'Università di Santiago de Compostela sembra aver preso in considerazione esclusivamente i valori nutrizionali del latte: i minerali contenuti nel latte biologico hanno livelli inferiori rispetto al latte convenzionale, anche se non sono state riscontrate differenze nella quantità di composti tossici come il cadmio.
 
Per meglio comprendere quali sostanze, e in quali concentrazioni, fossero presenti nel latte Bio e convenzionale, i ricercatori spagnoli hanno prelevalo, analizzato e messo a confronto oltre trenta campioni di latte dei due tipi.
 
I livelli di elementi che sono tipicamente integrati nelle diete del bestiame nei sistemi convenzionali (iodio, rame, selenio e zinco) sono superiori a quelle che si trovano nel latte biologico, come ha spiegato Marta López, ricercatore presso l'Università di Santiago de Compostela e co-autore dello studio.
 
Secondo i ricercatori, il basso contenuto di minerali nel latte bio, non sarebbe un problema perché il latte non è la fonte primaria di questi elementi nella nostra dieta.
 
Il contributo di iodio alla nostra dieta in paesi come la Spagna è coperto da sale iodato, mentre in altri paesi, come l'Inghilterra, col latte. In Spagna la mancanza di iodio in alcuni tipi di latte è particolarmente rilevante per i bambini e per il loro sviluppo neurologico, ma anche per le persone con diete a basso contenuto di sale.
 
Lo iodio è necessario per il metabolismo, in particolare durante l'infanzia e il periodo della gravidanza per le donne. Una carenza di iodio può causare il gozzo, disordini nello sviluppo e, in casi gravi, anche il cretinismo. 
 
In Italia, a essere colpita dal gozzo è circa il 10% della popolazione (circa 6 milioni di individui). Se non si assume altrimenti questo elemento con la dieta, e per chi è vegano, per esempio le alghe possono essere una fonte alternativa.
 
La ricerca ha preso in esame solo i valori nutrizionali senza contare che chi sceglie di consumare prodotti biologici, tra cui il latte, lo fa per ben altre ragioni, di carattere ambientale ma anche di salute.
 
Il latte bio ha comunque il vantaggio di essere privo di sostanze tossiche come i pesticidi normalmente utilizzati nella produzione tradizionale. Senza contare il discorso etico e le condizioni in cui le mucche vengono allevate.
 
La ricerca è stata pubblicata su "Food and Chemical Toxicology".
 
 

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