Giornata Mondiale delle Epatiti: un terzo della popolazione del globo ha contratto il virus
Benessere - Articoli
Scritto da Martina Paolucci     Mercoledì 27 Luglio 2011 11:45 Stampa
Giornata mondiale delle epatitiDomani, 28 luglio, nel mondo verrà celebrata la Giornata Mondiale delle Epatiti, ideata e istituita nella speranza di far conoscere questo genere di malattia e di insegnarne la prevenzione. Indetta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Giornata mondiale per la lotta all'epatite virale servirà a consapevolizzare la popolazione globale su un problema che ogni anno miete anche un milione di vittime.

Sono 2 miliardi nel mondo, ovvero un terzo della popolazione terrestre, gli individui che hanno contratto uno dei virus responsabili di queste malattie spesso letali, soprattutto perchè chi contrae il virus spesso non si rende conto di essere malato, contagiando così, inconsapevolmente, altre persone altrettanto ignare del problema.

Giornata mondiale delle epatiti
Le epatiti virali causate da virus a "trasmissione parenterale", ossia l'epatite B e l'epatite C, provocano infezioni acute del fegato che spesso, nella fase iniziale, non presentano sintomi evidenti o riconoscibili e sfociano in cirrosi epatiche o tumori del fegato. Nel mondo si stima che siano circa 600mila le persone il cui decesso è dovuto a complicanze legate alla contrazione dell'epatite B e 350mila quelle vittime dell'epatite C.

Ma come ci si contagia? Fondamentalmente la trasmissione avviene tramite il contatto con sangue o liquidi biologici della persona malata o attraverso rapporti sessuali consumati senza protezione. Se è vero che  la scienza ha ottenuto ottimi risultati in merito alle cure di queste malattie tanto insidiose, è altrettanto vero che la prevenzione rimane sempre e comunque la scelta migliore. Esiste anche un vaccino che può limitare la diffusione della malattia, e viene consigliato soprattutto a familiari e conviventi di portatori cronici del virus e ad alcuni gruppi di lavoratori, come ad esempio operatori sanitari, netturbini o forze dell'ordine, a persone malate e quindi maggiormente esposte al rischio di contagio e complicanze, come emodializzati, patologie croniche del fegato o individui che aspettano un trapianto e a chi è soggetto a comportamenti a rischio, come tossicodipendenti o aventi rapporti sessuali promiscui.

Un tempo la trasmissione avveniva spesso durante trasfusioni di sangue che, per fortuna, le più accurate e controllate procedure sanitarie, sono riuscita a diminuire drasticamente. Attenzione va fatta a tutte le procedure sanitarie che prevedono fuoriuscita di sangue, come interventi odontoiatrici o estetici: scegliere professionisti abilitati è l'unico modo di assicurare la propria salute. Quindi, è importante evitare contatti diretti con il sangue, avendo cura di usare guanti nel caso dovesse essere indispensabile e utilizzare spazzolino da denti o lamette da barba come oggetti strettamente personali.
 

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