Peptidi per il vaccino anti-cancro ovarico
Benessere - Articoli
Scritto da Caterina Poni     Mercoledì 03 Agosto 2011 11:35 Stampa
Peptidi per il vaccino anti-cancroUna nuova, rivoluzionaria scoperta gran parte italiana potrà, in un prossimo futuro, cambiare le sorti di molte donne affette da cancro alle ovaie. Per la novità vanno ringraziati i ricercatori dell'Università di Siena, dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Heidelberg Institute for Theoretical Studies, che sono riusciti ad individuare alcuni peptidi che sembrano essere in grado di inibire un enzima normalmente deputato alla sintesi del Dna e quindi, in questo caso, anche allo sviluppo delle cellule tumorali.

Ora, dopo l'annuncio della scoperta e il brevetto depositato dall'università toscana, verrà avviato uno studio clinico pilota sul funzionamento di questi peptidi, presso la Struttura Complessa di Oncologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Una nuova speranza per le oltre 200mila donne che ogni anno nel mondo vengono colpite da questa patologia, che incide maggiormente nei paesi industrializzati e spesso si conclude con la morte della paziente, a causa di una diagnosi tardiva e al repentino sviluppo di resistenza ai farmaci utilizzati per le cure.

Peptidi per il vaccino anti-cancro
I peptidi scoperti dai ricercatori andrebbero ad agire sull'enzima con un meccanismo inibitorio nuovo, andando a contrastare la crescita delle celllule tumorali che resistono ai farmaci attualmente utilizzati. La nuova strategia di inibizione della timidilato sintasi è stata studiata da Stefano Mangani dell'Università di Siena, da Maria Paola Costi e Glauco Ponterini dell'Università di Modena e Reggio Emilia e da Rebecca Wade per l'Heidelberg Institute for Theoretical Studies.

I peptidi, composti costituiti di amminoacidi, vanno a legarsi specificatamente all'interfaccia tra le sue subunità della timidilato sintasi, ossia un enzima costituito da due catene polipeptidiche uguali. Questi peptidi riescono  a stabilizzare la forma inattiva dell'enzima, impedendone il funzionamento. Inoltre, se opportunamente veicolati all'interno della cellula, possono bloccare lo sviluppo delle sole cellule tumorali, sia quelle ancora sensibili ai farmaci che le altre ormai resistenti.
 

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