Dopo l'infarto, la psicoterpia aiuta a riprendersi
Benessere - Articoli
Scritto da Giorgia Marchesi     Giovedì 13 Ottobre 2011 09:05 Stampa
infartoL’infarto è una delle patologie che più sconvolgono l'uomo, sia dal punto di vista fisico, ma anche da quello psicologico. Non di rado infatti i pazienti vengono chiamati a scontrarsi, una volta ripresisi dallo stato acuto, con le limitazioni che il loro cuore presenta loro nell’approcciarsi a diverse attività. Uno studio dimostra ora che sottoporsi a psicoterapia aiuta i pazienti a guarire prima.

Uno studio tutto italiano, condotto dalla dott.ssa Adriana Roncella, cardiologa e psicoterapeuta del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, A.C.O. San Filippo Neri di Roma, ha illustrato come seguire il paziente dal punto di vista psico-riabilitativo possa sensibilmente accellerare e migliorare il suo recupero, contribuendo quindi ad una migliore ripresa.

dopo l'infarto fare psicoterapia aiuta a recuperare meglio
La sperimentazione ha avuto come base un gruppo di 101 pazienti affetti da infarto del miocardio acuto e sottoposti ad una angioplastica di emergenza. Appena dopo una settimana da gli eventi clinici i pazienti sono stati divisi in due gruppi: uno è stato trattato secondo i protocolli tradizionali basati sulla normale terapia, mentre l’altro ha visto affiancarsi ai rimedi medici anche delle brevi sedute di terapie.  

La psicoterapia è stata articolata in incontri individuali e di gruppo nell'arco di 6 mesi. I due gruppi erano simili per quanto concerne le caratteristiche cliniche e strumentali di base, i fattori di rischio cardiovascolare e le variabili psicometriche. Il follow up ha compreso controlli clinici a 6 mesi, 1 anno e 5 anni e test psicometrici (stress, esaurimento vitale, supporto sociale, depressione e qualità della vita) a 1 anno.

Il gruppo trattato anche con psicoterapia ha mostrato una minor incidenza di nuove patologie mediche e di nuovi eventi cardiaci. In particolare, 16 pazienti su 47 del gruppo in trattamento con psicoterapia contro i 27 su 47 del gruppo con solo terapia medica hanno registrato nuovi eventi cardiologici: una differenza statisticamente significativa. Analoghe differenze si sono registrate tra i due gruppi anche per l'occorrenza di nuove patologie mediche. Al follow-up è stata riscontrata anche una riduzione statisticamente significativa del livello di depressione tra i partecipanti al gruppo della psicoterapia.

I dati preliminari della ricerca suggeriscono quindi che una psicoterapia breve nel post-infarto abbia un effetto positivo aggiuntivo a quello della terapia interventistica e medica. La ricerca verrà presentata per esteso al Congresso Internazionale di Psiconeuroendocrinoimmunologia che che si terrà dal 27 al 30 ottobre ad Orvieto.
 

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