Dalla medicina rigenerativa arrivano i vasi sanguigni in provetta
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Scritto da Carmela Pelaia     Mercoledì 30 Maggio 2012 08:45 Stampa
images?q=tbn:ANd9GcT8VWp_sC2LssM-nvL89wL7pyMdn8RsGcG9_SikUQ4-a2Qh_ZfDigUn gruppo di ricercatori dell'università di Washington a Seattle coordinato da Ying Zheng ha presentato i risultati di uno studio riguardanti i primi vasi sanguigni sviluppati in provetta i quali presentano interazioni e risposte allo stress simili a quelle dei vasi sanguigni naturali. Per i ricercatori i vasi artificiali potrebbero essere usati per test sui farmaci e la tecnica utilizzata potrebbe essere in punto di partenza per la realizzazione di tessuti artificiali vascolarizzati per la medicina rigenerativa.

Questa importante tecnica, presentata sulla rivista dell'Accademia di Scienze Americane (Pnas), potrebbe essere utile anche per lo studio della progressione dei tumori che sviluppano metastasi.

dalla medicina rigenerativa arrivano i vasi sanguigni in provetta
La realizzazione dei vasi sanguigni artificiali ha previsto dapprima la costruzione di una rete di piccoli canali di collagene dalla struttura a nido d'ape dove sono state iniettate cellule endoteliali umane che rivestono le pareti interne dei vasi sanguigni prelevate da cordone ombelicale. Dopo due settimane le cellule si sono moltiplicate con la formazione di micro canali  che hanno generato una rete di vasi. I vasi artificiali sono stati irrorati di cellule vascolari del cervello e di cellule delle arterie per evidenziare le interazioni fra i vasi e le cellule che li rivestono nel corpo umano. Nei vasi è stato immesso del plasma umano per verificare se il sistema fosse in grado di trasportare sangue. Ad un successivo passaggio questi hanno reagito come i vasi naturali dopo un'infiammazione a causa di un trauma o di una malattia.

Federica Sangiuolo, genetista dell'università di Roma Tor Vergata, dichiara che "la costruzione di un'impalcatura artificiale potrebbe essere il punto di partenza per rendere possibile la ricostruzione ex novo di organi inesorabilmente danneggiati, con l'ausilio di protocolli di terapia cellulare. In tal modo in un prossimo futuro potremmo bypassare le problematiche relative alle limitate fonti di donazione d'organo e al loro possibile rigetto".
 

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