Scoperta la proteina che fa invecchiare le cellule del cancro
Benessere - Articoli
Scritto da Carmela Pelaia     Mercoledì 01 Agosto 2012 13:40 Stampa
cellule cancroTanti passi avanti si stanno facendo nel campo della prevenzione e cura dei tumori. Ora un team di ricercatori italiani dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha effettuato una interessante scoperta sul ruolo di una proteina, denominata DBC1, che ha la capacità di rimettere in moto quel processo biologico che conduce le cellule corrotte dal cancro a invecchiare e a morire.

Stando alla sperimentazione, la proteina DBC1 potrebbe annullare l'effetto di SIRT1 (che mantiene giovani le cellule neoplastiche), favorendo così l'eliminazione dall'organismo delle cellule tumorali.

kit farmaci
Per dimostrare che i valori di queste due proteine sono vincolate da un rapporto di causa ed effetto, i ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori hanno aumentato artificialmente il livello di DBC1 in cellule del tumore mammario. Conseguenza di questa variazione è stata una diminuzione di SIRT1. Alla riduzione di questa proteina è corrisposto un aumento di p53 e si è intensificato il fenomeno di morte programmata delle cellule tumorali.

Tra l'altro la SIRT1 ha un ruolo essenziale anche nella regolazione del metabolismo e dell'invecchiamento. per questo i ricercatori sono convinti che l'identificazione di questo meccanismo potrà avere riflessi anche in altri campi, come, ad esempio, lo studio dell'invecchiamento cellulare e di malattie metaboliche, come l'obesità e il diabete.

Domenico Delia, responsabile della Struttura meccanismi molecolari di controllo del ciclo cellulare dell'Istituto Nazionale dei Tumori, spiega che si aprono così importanti prospettive di ricerca su nuove terapie che "spingono al suicidio" le cellule tumorali. Va ricordato che ci vorranno ancora anni per una eventuale terapia. Si tratta di una scoperta portata avanti in laboratorio e, come precisa Delia, "prima di avere un applicazione clinica di questo meccanismo saranno necessari alcuni anni". Ora la scoperta sarà pubblicata su Journal of Molecular Cell Biology,  una delle più importanti riviste scientifiche internazionali.
 

Questo sito raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione, mediante cookie installati da terze parti autorizzate, rispettando la privacy dei tuoi dati personali e secondo le norme previste dalla legge. Continuando a navigare su questo sito, cliccando sui link al suo interno, accetti il servizio e gli stessi cookie. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

I accept cookies from this site.

EU Cookie Directive Module Information