Svelate le radici cerebrali dello stalking
Benessere - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Martedì 15 Gennaio 2013 12:58 Stampa
CervelloL'area del cervello da cui può scaturire la sindrome di Otello è stata individuata dall'Università di Pisa. La gelosia delirante e ossessiva che nuoce all'amante e all'amato esiste da sempre e ha una base biologica scritta nel cervello. Le radici cerebrali del disturbo, sono state trovate da uno studio condotto dall'Università di Pisa e pubblicato sulla rivista Cns Spectrums della Cambridge University Press.

Questo disagio è correlato con altri comportamenti aggressivi estremi che possono essere diretti agli altri come nel caso dell'omicidio. Possono essere inoltre diretti a se stessi facendo giungere al suicidio. I ricercatori affermano che le radici neuronali della cosiddetta "sindrome di Otello" si troverebbero in un'area della corteccia frontale. Una zona del cervello che sovrintende complessi processi cognitivi e affettivi.

coppia triste
Donatella Marazziti, tra gli autori dello studio, ha spiegato che grazie a un modello teorico elaborato osservando pazienti schizofrenici, alcolisti e malati di Parkinson, nei quali sono molto comuni le manifestazioni di gelosia delirante, è stato possibile raggiungere i primi dati. I risultati sono importanti, ma a un livello iniziale come avverte la stessa ricercatrice. Infatti l'indagine empirica delle basi neurali della gelosia è solo all'inizio e sono necessari ulteriori studi per chiarirne le radici biologiche.

La gelosia è un sentimento del tutto naturale, il punto è individuare lo squilibrio biochimico che trasforma questo sentimento in un'ossessione pericolosa. La speranza dell'intero team di ricerca è che una maggiore conoscenza dei circuiti cerebrali e delle alterazioni biochimiche alla base dei vari aspetti della gelosia delirante, possa far giungere a un'identificazione precoce dei soggetti a rischio.

Lo stalking è un disturbo di gelosia ossessiva e delirante che può in casi estremi all'omicidio o al suicidio. Donatella Marazziti, uno degli autori dello studio ha spiegato come un modello teorico elaborato, grazie a questa tipologia di pazienti, potrebbe portare a risultati importanti. Occorrerà individuare le radici biologiche dello squilibrio chimico che regola il cervello.

L'obiettivo di questo gruppo di ricercatori è una maggiore conoscenza dei collegamenti neuronali e delle alterazioni che si verificano quando sono in atto gli atteggiamenti di gelosia delirante. Lo scopo è individuare in maniera precoce i soggetti a rischio.

 
 

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