Stamina: Lorenzin firma il decreto, la sperimentazione partirà il 1° luglio
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Scritto da Letizia Perugia     Mercoledì 19 Giugno 2013 11:14 Stampa
Beatrice LorenzinSi parte con la sperimentazione del metodo Stamina: con la firma del ministro della Salute Lorenzin sul decreto relativo alla sperimentazione, diventa ufficiale la decisione del governo di far partire il 1° luglio lo studio clinico sul metodo ideato da Davide Vannoni
 
Beatrice Lorenzin dichiara di aver firmato il decreto per l'avvio della sperimentazione del metodo Stamina, i protocolli di avvio per la sperimentazione clinica del metodo Stamina con cellule staminali sono partiti e si sta predisponendo la cell-factory. 
 
Metodo Stamina

Lorenzin continua spiegando che entro il 1° luglio saranno pronti, lo ha dichiarato alla trasmissione Uno Mattina. Alla guida del trial clinico ci sarà un comitato per sovrintendere alle fasi di ricerca e individuare le malattie si cui l'infusione di cellule staminali potrà essere testata. Inoltre il comitato dovrà stabilire i criteri per la scelta dei pazienti e le modalità di produzione delle cellule staminali. 
 
Il comitato dovrà essere nominato in tempi brevi e sarà composto da rappresentanti delle tre istituzioni scientifiche coinvolte nella sperimentazione: l'Agenzia Italiana del Farmaco, l'Istituto Superiore di Sanità e il Centro Nazionale Trapianti. Ci saranno inoltre esperti esterni.
 
 Il provvedimento firmato dal ministro della Salute è attuativo delle norme già approvate dal Parlamento, infatti un mese fa, la commissione Affari sociali della Camera ha approvato un emendamento al decreto Balduzzi che affronta la questione delle cure compassionevoli.
 
Ha dato il via libera (dopo l'ok del Senato) alla sperimentazione di terapie avanzate a base di staminali mesenchimali, quelle usate appunto dalla Stamina foundation, con il solo limite rappresentato dalla sicurezza dei pazienti.
 
Davide Vannoni, fondatore della Stamina foundation ha dichiarato che continuano ad essere disponibili e interessati alla sperimentazione del loro metodo, ma non sono mai stati convocati dalle istituzioni che dovranno portare avanti la ricerca. 
 
Vannoni spiega inoltre che si aspettava una convocazione un mese fa, ormai mancano dieci giorni all'avvio e nessuno gli ha chiesto nulla. 
 
Continua spiegando che non sanno nemmeno  quanti pazienti saranno coinvolti, quale cell-factory produrrà le cellule staminali, su quali patologie verrà avviata la sperimentazione con il loro metodo. 
 
Vannoni si dice disponibile, ma continua a porre delle condizioni come la produzione delle cellule staminali possa essere fatta dai biologi di Stamina. In realtà, ammette Vannoni di essere stato contattato, il 6 giugno, dal presidente dell'Istituto Superiore di Sanità che è stato molto gentile e gli ha preannunciato un incontro che poi non è mai stato fissato.
 
Il fondatore di Stamina sottolinea che cominciare la sperimentazione senza coinvolgerli sarebbe assurdo visto che lavorano con questo metodo da 13 anni. Se è la loro cura che si vuole sperimentare dovrebbero essere coinvolti nella selezione delle malattie, dei pazienti e su tutto il resto. 
 
Vannoni precisa che per formare un biologo in grado di applicare il metodo ci impiegano un anno e la sperimentazione dovrà necessariamente partire con i loro biologi, altrimenti sarebbe impossibile rientrare nei tempi della sperimentazione. 
 
Vannoni chiede più chiarezza per le garanzie per Stamina, nel comitato scientifico che guiderà la ricerca, avrebbe piacere che non venissero inseriti esperti che già hanno espresso pregiudizi contro Stamina.
 
Stando alle dichiarazioni di Vannoni,  le richieste di avere le cure con le staminali del "metodo Stamina" sarebbero 20 mila, sono circa 60 le persone che hanno vinto il ricorso per accedere alle terapie, e se ne aggiungono tre o quattro ogni giorno. Di questi, 25 sono malati di Sla. 
 
Agli Spedali Civili di Brescia la situazione è gravissima, la lista d'attesa è lunga e a molti fissano la prima infusione nel 2014: per malati di questa gravità è come dire mai. 
 
Un modo per alleggerire la lista d'attesa e accelerare l'iter, secondo Vannoni, è quello di utilizzare le cellule su più pazienti. Ogni prelievo produce cellule sufficienti per 5 iniezioni, con 8 donatori potrebbero essere trattati 40 pazienti.
 
L'ospedale di Brescia non regge tante infusioni insieme e per questo sperano nell coinvolgimento di altri ospedali.
 
 

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