Fecondazione assistita: deve essere senza bombardamenti ormonali anche in Italia
Concepimento - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Venerdì 01 Febbraio 2013 14:58 Stampa
famigliaLa fecondazione assistita deve essere nel pieno rispetto della salute dell'aspirante mamma, senza bombardamenti ormonali. Per annullare i rischi dei trattamenti di stimolazione ormonale esistono oggi molte precauzioni come ad esempio il dosaggio ormonale, il numero di embrioni da trasferire, il modo in cui si trasferiscono e il tipo di stimolazione.

L'infertilità è una condizione che oggi affligge molte coppie e la sua incidenza appare notevolmente aumentata, negli ultimi anni, a seguito di numerosi fattori tra cui quelli socio-economici che spingono alla ricerca di una gravidanza in età sempre più avanzata.

mano di una mamma e il neonato
Da poco tempo è emerso che determinati geni, come il BRC1 e BRC2, predispongono la paziente al tumore del seno e dell'ovaio. La loro presenza è una controindicazione assoluta del trattamento di stimolazione ormonale. Questo poichè i dosaggi ormonali eccessivi utilizzati nella PMA stimolano questi recettori genetici verso una crescita di tipo cancerogeno.

Il professor Ermanno Greco, direttore del Centro di Medicina e biologia della riproduzione dell'European Hospital di Roma, afferma che oggi, in Italia, è possibile ricorrere a tutte le tecniche offerte da Paesi come la Spagna, la Francia o gli Stati Uniti.

Sono stati rimossi tutti i paletti imposti dalla legge 40/2004 sulla Procreazione medicalmente assistita. L'unico divieto che rimane è quello della fecondazione eterologa (con la donazione di ovociti o spermatozoi).

In molti Paesi d'Europa però è consentita, con procedure variabili: sono previsti controlli rigorosi sui donatori, per assicurarsi che non abbiano malattie infettive o anomalie cromosomiche.

Secondo il Prof. Greco il nostro Paese avrebbe bisogno di una nuova legge, visto che i centri specializzati in Pma devono spesso agire consigliati da un avvocato, assicurandosi di rimanere nella legalità.

Si è parlato molto, in questi ultimi giorni, di diagnosi preimpianto.  Questa è al centro delle cronache di quest'anno, per essere stata oggetto di un forte rimprovero da parte della Corte Europea dei diritti dell'uomo.

Per i giudici di Strasburgo il divieto, che è ancora oggi vigente in Italia, di accesso a questa tecnica per le coppie fertili, ma portatrici di malattie genetiche, viola il diritto al rispetto della vita privata e familiare.

Greco lancia un appello affermando che quando una coppia è apparentemente sana dal punto di vista genetico, nel 30-40% dei casi, si formano embrioni anomali a livello cromosomico. Accedere alla diagnosi preimpianto in questi casi equivale ad assicurare un aumento netto della percentuale di successo (fino al 70%, ndr).
Greco afferma, inoltre, che è falso paragonare la diagnosi preimpianto alla selezione eugenetica: i centri di fecondazione in vitro sono obbligati a crioconservare gli embrioni malati.


 

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