Magri o grassi? Dipende dal cervello!
Donna - Articoli
Scritto da Angela Messina     Giovedì 05 Agosto 2010 14:24 Stampa
cervelloLa tendenza a ingrassare, che può portare fino all'obesità, è scritta nel patrimonio genetico: per questo motivo c'è chi può liberamente lasciarsi andare a pizze, lasagne e fritture e chi, invece, pur stando attento all'alimentazione tende a mettere su chili di troppo.

La notizia arriva dai ricercatori della Yale University che in uno studio pubblicato su Pnas spiegano che tutto dipende dallo sviluppo pre-natale e dallo sviluppo del cervello nel pancione: nel corso della formazione dei circuiti neuronali, le terminazioni nervose deputate alla segnalazione del senso di sazietà nascerebbero, in alcuni soggetti, più lente che in altri.
magri o grassi: lo decide il cervello

Effettuato su un gruppo di topolini, l'esperimento ha messo in evidenza che, di conseguenza, i neuroni deputati alla regolazione dell'alimentazione in alcuni animaletti sono più pigri nel segnalare al resto del cervello quando iniziare a bruciare le calorie introdotte: sarebbe questo il motivo che farebbe sì che le persone diventino obese pur mangiando poco.

Nei ratti magri nonostante le abbuffate, invece, i neuroni che segnalano la sazietà sono molto più attivi e pronti a dire al resto del cervello e ai tessuti periferici che è stato ingurgitato abbastanza cibo.

Sembra che questo cablaggio del cervello sia determinante per lo sviluppo dell'obesità, spiega Tamas Horvath, il neurobiologo della Yale University che ha guidato lo studio.

Insomma, secondo gli autori lo studio mostra che a fare la differenza tra grassi e magri non sia tanto la volontà personale, quanto piuttosto i collegamenti che emergono nel nostro cervello durante lo sviluppo.

Un meccanismo che oltre a spiegare come mai alcune persone tendono a ingrassare più di altre, spiegherebbe anche perché per alcuni soggetti è molto più difficile perdere peso una volta acquistato.

Visto che noi donne siamo molto interessate all'argomento linea, abbiamo pensato di riproporre l'articolo nella sezione donna.

Qui il precedente


Fonte: ASCA
 

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