[Contest] I nostri parti: un parto da... "brivido"
Scritto da ATTA     Venerdì 18 Dicembre 2009 12:58 Stampa
Racconto del partoLa gravidanza è stata l’esperienza più meravigliosa della mia vita,non la dimenticherà mai,ed ero così felice di aver avuto questo splendido dono,che ero impaziente di partorire,ma mai avrei pensato cosa mi aspettasse per riuscire ad averlo fra le braccia.

Ho frequentato il  corso pre-parto fuori città,nell’ospedale dove ho poi voluto partorire: mi era piaciuto così tanto,mi erano sembrati così gentili e disponibili,mi avevano conquistato con la loro ostentazione della naturalità del parto…e della possibilità di  poter fare il parto in acqua,che prenotai subito il colloquio con il ginecologo specializzato :mentre ci mostrava e spiegava tutto,io e mio marito entusiasti ed emozionati decidemmo che quello sarebbe stato  il modo con cui sarebbe venuto al mondo il nostro piccolo,salvo complicazioni. [Questo articolo partecipa al contest Blogger 2009. Vota il tuo articolo preferito!]

Una sera,nonostante ancora non fossi a termine, dico a mio marito: stanotte ti faccio correre!

detto…fatto: il tempo di mettermi a letto,di chiudere gli occhi..spezzo le acque:sono le 23‘45 di mercoledì 19 settembre 2007.Si parte!Ero emozionata, serena e felice,finalmente avrei potuto vedere il musino che da così tanto tempo cresceva dentro di me!
In 20 minuti arriviamo all’ospedale,ed ecco la prima amara sorpresa: mio marito non può stare con me;gli vietano l’ingresso in sala travaglio dato che c’erano altre donne,mi crolla il mondo addosso ma sorrido e mi mostro serena,cerco di rassicurarlo:non sono sola,almeno mia sorella può entrare.

Passano le ore,ho sonno ma non riesco a dormire, cronometro le doglie:ogni 4 minuti,ma non aumentano anche se sono più toste di quando è partito tutto,io stessa so che ancora è presto,ma inizia a farsi sentire il nervosismo e i primi sintomi di stanchezza e di impazienza.Chiedo diverse volte del  ginecologo specializzato,finalmente arriva,parla a raffica con l‘infermiera che lo segue (che mi toglie gli slip),mi sento un oggetto,era come se io non ci fossi! Il dott era “preoccupato”:non trovava vicino casa un box per la sua barca! Mi visita senza nemmeno chiedermi il nome,poi si toglie i guanti,e vanno via,continuando a parlare di box,prezzi e barche…e soprattutto senza dirmi nulla!

Sono perplessa,confusa,sconvolta.Penso : ora tornerà!ma in realtà non l’ho più rivisto,del resto,aveva finito il suo turno.

mi hanno lasciata nuda su un lettino,in un area nuova e quasi deserta del reparto,in una saletta gelata,(nonostante fuori ci fossero 40 gradi)dove non vedevo ne sentivo nessuno,nemmeno mia sorella che fino ad allora era riuscita ad entrare e uscire mentre ero in sala travaglio.
Non si è visto nessuno per molto tempo (anche se non so dire quanto,in certi momenti perdi la cognizione del tempo),tremavo,non riuscivo a non battere i denti anche se cercavo di serrare la mascella,pensavo solo al mio bambino,sapevo che stava sentendo tutto,e mi facevo forte soprattutto per lui!

io che piango persino per la pubblicità del panettone,eppure non ho versato una lacrima,ma soffrivo terribilmente:per i dolori,ma anche per lo smarrimento,la solitudine e per la paura di quello che stava accadendo…mi sembrava un incubo.

Cercavo di concentrarmi sul momento in cui avrei visto il mio piccolo,ho cercato di resistere,ma non sopportavo più il freddo,inizio a chiamare…Quando un infermiera di passaggio impietosita,si affaccia alla porta,in quel momento mi sembra un angelo! Le dico sbattendo i denti: sento freddo!

senza chiederglielo mi rimette anche le mutandine, mi adagia la mia vestaglia addosso,e se ne Va… poco dopo vengono a recuperarmi!

Ho visto cambiare 4 turni di lavoro:visite con ostetriche diverse,dottori diversi,inservienti che passeggiavano, pianti,urla e suppliche di donne in travaglio avanzato, l’ odore della pizza arrivare dalla saletta infermieri fra risate sguaiate e bisbigli...e io stavo anche  peggio.Ero già stremata,sentivo il peso delle ore che passavano,della sete,della fame,del sonno,temevo di non arrivare abbastanza carica per far nascere il mio piccolo.

Dato che la dilatazione non procedeva,e anche le doglie sembravano diradarsi,non ce la facevo più così chiesi AIUTO, qualsiasi cosa che facesse partire davvero il travaglio,chiesi persino all’ ostetrica che mi dilatasse con le mani,ma nulla,la risposta era ormai un disco rotto:non sarebbe naturale!

Ecco cosa voleva dire “Parto naturale" :nessun aiuto,nessuno stimolo, ne attenzioni sufficienti a farmi pensare “sono in buone mani”

Dopo una notte e l’intero giorno successivo:nuovo turno,un nuovo ginecologo prende servizio,lo guardo ormai arresa e con gli occhi socchiusi,mi visita e scappa fuori dalla saletta ,sento che c’è qualcosa che non va,infatti non si poteva aspettare più,le acque erano ormai fortemente tinte ,così mi fanno sapere di prepararmi al cesareo d‘urgenza! riesco solo ad annuire con la testa…e penso: certo,allora tagliamo la pancia,questo si che era naturale!

in quei 2 giorni di ricovero,io come le altre donne (circa 8-9), solo e soltanto cesarei,tutti con lunghi travagli,ma nemmeno un dito per stimolare la dilatazione,e allora perché farci soffrire cosi tanto?direttamente tagliarci no?

Mi portano al bagno,barcollo come se fossi ubriaca,sento il famoso “stimolo di spingere”,lo dico con un filo di voce all’infermiera che mi risponde con voce acuta e stizzosa: eh,no,bella,ormai tieniti, si fa il cesareo!

Quella parola mi risuonava come un rimprovero,mi faceva sentire inutile e incapace,dentro di me pensavo:“non sei riuscita a far nascere il tuo bambino”,ma non potevo opporre resistenza,non ce la facevo,era quello che non avrei mai voluto fare,ma in quel momento mi è sembrata una liberazione.

a stento riuscivo a vedere dove firmare…supplicavo perché mi facessero in fretta l’epidurale.

Ormai era finita:arriva la puntura,formicolio,e più nulla… Dio ti ringrazio!mi sembra di essere in paradiso,in pochi minuti “fanno nascere” Donato,sono le 00’45 di venerdì 21 settembre 2007,non lo sento piangere,me lo mostrano e fra le lacrime dico: è bellissimo,tutto Michele…come desideravo!
Sono mamma, distrutta e sconvolta,ma almeno lui stava  bene e dormiva beato!

Nonostante il dolore e la paura provati in quelle ore,ero di nuovo felice...ma ero talmente stanca e stordita che non ricordo quasi nulla prima di crollare in un sonno profondo:

ho in mente solo l’immagine del mio bellissimo bambino vicino a me, che dorme tenendo stretto in un pugno il dito del suo papà,finalmente.

ATTA

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 21 Dicembre 2009 10:43 )
 

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