Mangiando frutti di bosco si tiene lontano il declino mentale
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Scritto da Letizia Perugia     Martedì 23 Aprile 2013 09:09 Stampa
frutti rossiI frutti di bosco (Amareno, Ciliegio selvaggio, Fragola di bosco, Lampone, Ribes, Gelso, Mirtillo, Mirtillo rosso, Ossicocco, Ribes nero, Uva spina, Sambuco nero) conterrebbero delle sostanze in grado di prevenire il declino cognitivo. La demenza e il declino cognitivo mentale possono essere prevenuti grazie ad una dieta che contiene i frutti di bosco.
 
I ricercatori del Centro di Ricerca Nutrizione Umana on Aging alla Tufts University, in collaborazione con l'Università del Maryland Baltimore County hanno promosso i frutti di bosco come rimedio preventivo della demenza e per favorire la salute del cervello.
 
Frutti DiBosco
Gli scienziati hanno condotto uno studio, pubblicato su Expert Review of Neurotherapeutics, in cui si è osservato come le sostanze attive contenute nella bacche promuovano la "autofagia".
 
Questa è un processo per cui s'innesca una pulizia naturale dalle tossine che possono accumularsi nel cervello. Le tossine possono dare potenzialmente origine a un declino cognitivo e a malattie più serie come l'Alzheimer.
 
Lo studio è stato condotto su modello animale. Si è basato sulle evidenze già confermate da altri studi  sull'effetto protettivo dei frutti di bosco contro l'infiammazione dell'organismo (che è ritenuta causa di numerosi disturbi mentali e fisici).
 
Nei test condotti dai ricercatori in questa ricerca si è evidenziato come fragole, mirtilli avessero un effetto protettivo sulle funzioni del cervello sottoposto a invecchiamento precoce.
 
Con due mesi di dieta ricca di fragole e mirtilli si sono visti gli effetti protettivi e la rimozione delle tossine dal cervello. Cosa che non si manifestava nei modelli del gruppo di controllo che non aveva ricevuto le bacche.
 
Dopo 30 giorni di dieta con lo stesso tipo di bacca, i ratti hanno acquisito una significativa protezione contro le radiazioni rispetto al gruppo di controllo, ha spiegato il dottor Shibu Poulose.

I ricercatori hanno osservato significativi e speculari benefici delle diete con entrambi i frutti di bosco, e questo effetto è dovuto ai fitonutrienti presenti. I ricercatori si sono concentrati in particolare sui cambiamenti neurochimici nel cervello e hanno fatto attenzione al processo di autofagia (che sottostà alla regolazione della sintesi, la degradazione e il riciclo dei componenti cellulari). 
 
Questo è il modo in cui il cervello elimina l'accumulo di tossine. La maggior parte delle malattie del cervello (come l’Alzheimer e il Parkinson) hanno mostrato una maggiore quantità di proteine tossiche. 
 
Le bacche sembrano promuovono il meccanismo di pulizia naturale del cervello, riducendo in questo modo l'accumulo di tossine. Il team è stato coordinato dalla dottoressa Barbara Shukitt-Hale.  
 
Ora si sta concentrando su un gruppo di pazienti umani di età compresa tra i 60 e i 75 anni per valutare gli effetti delle bacche anche sull'uomo (visto che circa gli effetti su modello animale vi è ormai molta letteratura).
 
La speranza è che  questo effetto benefico sulla prevenzione della demenza da parte dei frutti di bosco sia confermato anche sull’uomo, anche se le sostanze antiossidanti e antinfiammatorie in essi contenute è già risaputo essere benefiche in molti ambiti della salute. 
 
 

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