Progetto Cicogna: un aiuto alle donne immigrate
Gravidanza - Articoli
Scritto da Martina Paolucci     Martedì 12 Luglio 2011 09:15 Stampa
Progetto Cicogna: un aiuto alle donne immigrateSe sempre più immigrati e stranieri entrano in Italia e si fermano per viverci molto più a lungo rispetto al tempo di una vacanza, qualcosa a livello politico va fatto, soprattutto per i soggetti più a rischio. In questo caso i beneficiari, anzi, le beneficiare del nuovo "Progetto Cicogna" sono proprio le donne, extracomunitarie, in dolce attesa. Il progetto è stato ideato dalla Regione Lombardia, e partirà dal prossimo 18 luglio. L'iniziativa si rivolge in particolare alle donne extracomunitarie che non possiedono un permesso di soggiorno, garantendo loro così, ugualmente, la possibilità di essere seguite adeguatamente dalle strutture che si occupano di tutela della maternità e diritto all'assistenza sanitaria.

Il progetto vedrà collaborare i diversi uffici sanitari che appureranno le condizioni salutari delle donne per poi fissare loro all'Ufficio Immigrazione un appuntamento, tramite un'agenda elettronica creata ad hoc per l'iniziativa. Il consultorio si preoccuperà, una volta accertata la gravidanza, di consegnare alle pazienti una conferma dell'appuntamento e l'elenco di tutti i documenti necessari ad ottenere un temporaneo permesso di soggiorno, che permetterà loro di rimanere in Italia fino a dopo la nascita del bambino, insieme al padre.

Progetto Cicogna: un aiuto alle donne immigrate
Per l'occasione è stata anche creata una pagina web che, per poter essere accessibile davvero a tutte, è stata tradotta in diverse lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo e cinese. Il sito permette di reperire tutte le informazioni necessarie per accedere al servizio e, soprattutto, in merito ai diritti che spettano alle donne in gravidanza. Inoltre, è stata inserita un'area riservata al personale sanitario per controllare lo stato della gravidanza delle immigrate.

Il progetto coinvolge le Asl delle Provincie di Milano e Monza e Brianza, che sotto la coordinazione della Regione, cercano così di ridurre il numero degli aborti che attualmente si attesta ad un 89%. Un tentativo, questo, di permettere a queste donne na vita migliore e tutelata.
 

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