Sono i problemi al cuore la prima causa di morte in gravidanza
Gravidanza - Articoli
Scritto da Angela Messina     Mercoledì 31 Agosto 2011 17:52 Stampa
cuoreLa gravidanza, pur essendo un periodo bellissimo nella vita di ogni donna, mette a dura prova il corpo della futura madre e per un cuore malato tale sforzo talvolta può essere fatale, anche se le troppe morti accadute negli ultimi tempi non sono giustificabili. Questo è l’allarme lanciato dalla Società europea di cardiologia (Esc), che  nel corso del proprio congresso annuale a Parigi, ha presentato i risultati del registro appositamente attivato su questo tema. Il registro Esc ha iniziato a raccogliere dati nel 2008 e ha coinvolto 60 centri in 28 Paesi per un totale di oltre 1.300 donne arruolate, di cui 869 con problemi congeniti.

Stando alle rilevazioni i tassi di decesso sono 100 volte più alti del normale nelle madri e 10 volte più elevati nei feti. Periodi particolarmente delicati risultano quelli tra la 28° e la 34° settimana, durante il travaglio e immediatamente dopo il parto, quando il cuore è sottoposto al massimo sovraccarico fisiologico. Le ragioni del fenomeno non sono del tutto note ma è urgente intensificare la ricerca in questo campo. Le ragioni di questa crescita, spiega Nicola Surico, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), sono «in primo luogo l’età della madre sempre più avanzata; inoltre il fatto che le donne, come la popolazione generale, sono sempre più obese, ipertese e diabetiche».

la gravidanza può essere fatale per le donne con gravi problemi cardiaci
Le patologie cardiovascolari non rappresentano una controindicazione assoluta alla gravidanza, tranne in pochi casi, come quando vi siano scompenso cardiaco o ipertensione polmonare severa. Però è importante che la donna malata venga seguita secondo protocolli personalizzati, con una stretta collaborazione fra ginecologo e cardiologo. Le nuove linee guida ESC rappresentano un documento importante che la SIGO recepirà e diffonderà al massimo fra i suoi soci, affinchè divengano lo standard nei reparti.

“Ma non è detto che si debba necessariamente ricorrere al cesareo – aggiunge Surico - la via naturale quando possibile è sempre preferibile.Si rivela molto utile però ricorrere ad un’analgesia epidurale che allevi lo stress materno. Attenzione anche al post partum: le pazienti cardiopatiche non devono essere considerate fuori pericolo e per diverse settimane vanno tenute sotto controllo da un cardiologo”.
 

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