Tre genitori per un bambino sano
Gravidanza - Articoli
Scritto da Martina Paolucci     Lunedì 23 Gennaio 2012 10:20 Stampa
Tre genitori per un feto sanoPrevenire è meglio che curare, e se per evitare malattie al feto servono tre genitori anzichè due, ci si potrebbe fare un pensierino.

La nuova frontiera è stata aperta da un gruppo di ricercatori inglesi, che hanno proposto l'inserimento del Dna dei genitori all'interno dell'ovocita di una donatrice terza, così da modificare il corredo genetico del futuro bambino e proteggerlo dalle diverse malattie trasmesse dalla madre.

Tre genitori per un feto sano
In realtà, però, questo tipo di procedura non solo non è stata testata ma, almeno per il momento, è illegale.

L'integrazione genetica di cui parlano gli scienziati riguarderebbe le malattie mitocondriali, ossia quelle trasmesse dalla sola madre, per quello 0,2% di corredo cromosomico che è lei sola a donare. Nel concepimento di un bambino, infatti, il Dna trasmesso al feto è esattamente metà appartenente alla madre, e metà al padre. Ma uno 0,2% di questo corredo è generato dai mitocondri, responsabili della produzione di energia nelle cellule, e dunque ereditato dal bimbo dalla sola mamma.

L'alterazione dei mitocondri, quindi, potrebbe causare patologie nel bambino: malattie eterogenee che in genere attaccano gli organi che più necessitano di energia, come il cuore, i muscoli o il cervello. Secondo Doug Turnbull, utilizzando un terzo individuo nella procreazione, si potrebbe riuscire nell'intento di eliminare completamente tutte queste malattie.

Al momento sono state sviluppate due differenti tecniche per raggiungere lo stesso obiettivo: la prima si chiama transfer pronucleare, e richiede l'utilizzo di due ovociti fecondati, uno dalla mamma naturale e uno dalla donatrice, mentre la seconda, denominata transfer della metafase del fuso mitotico, prevede l'utilizzo sì di due ovociti, ma entrambi non fecondati.

Nel primo caso, l'ovocita fecondato dalla donatrice viene privato del Dna nucleare, sostituito da quello della mamma con la fecondazione in vitro, così da garantire il completo corredo genetico della mamma senza l'inconveniente di mitocondri problematici.

Nel secondo caso, invece, si interviene sul fuso mitotico, la struttura cellelura il cui compito è separare i cromosomi della cellula madre per la generazione delle cellule figlie.

La legge britannica, però, impedisce queste procedure, in quanto vieta l'utilizzo contemporaneo di spermatozoi e ovociti di più di due individui nella fecondazione in vitro. Intanto, però, la Wellcome Trust, titolare dello studio, ha già stanziato ingenti somme (quasi sei milioni di sterline) per continuare la sperimentazione nel Wellcome Trust for Mitocondrial Research, nuovo locale all'interno della Newcastle University.

Nel frattempo, il Dipartimento di Salute e quello per le Innovazioni della Human Fertilisation and Embryology Authority si sono impegnati affinché la popolazione venga informata sulle malattie mitocondriali, e si sono dichiarati pronti ad ascoltare l'opinione comune circa l'argomento.

Acquisite sufficienti informazioni, allora toccherà al Segretario di Stato per la Salute richiedere, eventualmente, al Parlamento di modificare la legge attualmente in vigore.
 

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