Gravidanza: farmaci antipsicotici pericolosi per il bebè
Gravidanza - Articoli
Scritto da Maria Rea     Martedì 03 Giugno 2014 13:30 Stampa
donna saluteGli antipsicotici assunti dalle donne incinte sono pericolosi per la salute dei bambini. Lo conferma uno studio osservazionale realizzato da ricercatori della Monash Centre Alfred Psychiatry Research ( MAPrc ) e della Monash University (Australia) e pubblicato sulla rivista Plos One.

Il lavoro ha preso il via nel 2005, alla nascita del Registro Nazionale sui farmaci antipsicotici in gravidanza ( NRAMP ), unico al mondo, proprio perché al tempo era emersa una quasi totale assenza di dati in materia. Così per 7 anni donne incinte che assumevano antipsicotici sono state reclutate in Australia attraverso reti cliniche in ogni stato e territorio: 147 in tutto, intervistate ogni sei settimane durante la gestazione e poi seguite fino al compimento del primo anno del bimbo.

pancione bianco e nero
L'analisi ha riguardato sia l'utilizzo di dosi massicce di antipsicotici che l’uso di stabilizzatori dell’umore. La maggior parte dei bambini sono nati sani, ma hanno avuto (nel 43% dei casi-percentuale altissima) necessità di cure post natali nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale o comunque in Special Care Nursery.

Non solo: il 18% sono nati prematuramente, il 37% ha mostrato segni di stress respiratorio e 15% i sintomi di astinenza. Già un paio di anni fa anche la FDA e l’EMA avevano riconosciuto gli stessi pericoli, dando indicazioni affinché queste problematiche fossero inserite nei foglietti illustrativi dei medicinali, seppur in assenza di dati certi, ovvero in forma precauzionale.

Ancora una conferma quindi, che potrà essere d’ausilio nelle scelte terapeutiche. I farmaci antipsicotici sono attualmente utilizzati per il trattamento di una vasta gamma di disturbi psichiatrici, tra cui ansia e depressione (anche pre partuo, più frequente di quella post-partum), ma soprattutto la schizofrenia, la depressione maggiore e disturbo bipolare: non curare queste tre patologie gravi in caso di gravidanza risulta essere molto pericoloso sia per la mamma che per il feto e bambino dopo la nascita.

 
 

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