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Lavoro precario peggiora la salute delle donne
Donna - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Mercoledì 10 Dicembre 2014 15:26    Stampa E-mail
donna carrieraLa precarietà lavorativa rende difficile fare progetti per il futuro e prendere decisioni importanti, inoltre incide negativamente sullo stato di salute percepito, soprattutto delle donne che al contrario gli uomini sembrano non risentire, almeno dal punto di vista della percezione di salute, dell'incertezza lavorativa.
 
La dott.ssa Elena Pirani (ricercatrice a tempo determinato in Demografia al Dipartimento di Statistica, Informatica, Applicazioni – Università di Firenze), prima autrice dello studio, pubblicato sulla rivista "Social Science & Medicine", spiega che diversi studi a livello internazionale, condotti nei paesi del Nord Europa, hanno cercato di indagare sulla relazione tra precarietà lavorativa e salute e se è vero che nella maggior parte dei casi è emersa una relazione negativa.
 
Donna, lavoro

I risultati si sono rivelati contradditori, anche in base al paese considerato, per l’Italia, l’argomento non è mai stato approfondito più di tanto, ma viste le particolarità del contesto italiano (il sistema di welfare, le politiche di conciliazione, le disparità di genere anche nel mondo del lavoro), spiega ancora Pirani, era interessata a capire se e in che misura la precarietà lavorativa potesse influenzare il benessere individuale.
 
La ricercatrice si aspettava che il lavoro temporaneo influenzasse negativamente la salute, ma ipotizzava che questa relazione fosse valida per uomini e donne indistintamente. 
 
Invece la presenza di un effetto solo per le donne l'ha lasciata   sorpresa, ma guardando più a fondo le caratteristiche del contesto italiano, il risultato non è poi così sorprendente.
 
Le due autrici dello studio sono la dott.ssa Pirani e la Prof.ssa Salvini che hanno utilizzato i dati italiani provenienti dall’indagine longitudinale svolta annualmente dal 2007 al 2010 a livello europeo sui redditi e condizioni di vita e, considerando le informazioni relative a circa 1700 lavoratori (1081 uomini e 650 donne), di età compresa fra i 16 e i 64 anni.
 
Le ricercatrici hanno analizzato l’effetto del contratto di lavoro (temporaneo o permanente) sullo stato di salute percepito dal lavoratore.
 
Il precariato in Italia è un problema diffuso e quando tocca alle donne, incide negativamente sullo stato di salute, dallo studio è infatti emerso che le donne con contratti di lavoro a tempo determinato hanno un rischio di ben 5 volte più alto di percepire un cattivo stato di salute rispetto alle donne con un posto di lavoro a tempo indeterminato.
 
Mentre i maschi non sembrano sentirsi peggio, almeno in termini di salute, se vivono il precariato sul posto di lavoro.
 
La società italiana si caratterizza per la presenza di una forte disparità nei ruoli di genere, e indipendentemente dal loro status occupazionale, le donne spesso portano il peso maggiore per la cura dei figli e della famiglia e per il lavoro domestico. 
 
Questo ruolo, unito a preoccupazioni riguardanti l’insicurezza sul posto di lavoro, può ripercuotersi molto negativamente sulla loro salute psicologica e fisica. 
 
L’incertezza lavorativa, inoltre,  è spesso legata a insicurezza economica, e questo può incidere , soprattutto nel caso di giovani lavoratori, sulle scelte del corso di vita: uscire dalla famiglia d’origine, sposarsi, convivere o avere figli. 
 
Lo studio evidenzia anche che passare da un contratto di lavoro precario a uno definitivo annulla, quasi magicamente, le preoccupazioni di salute. 
 
 

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