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Anoressia fa sentire obesi anche al tatto, non solo alla vista
Benessere - Articoli
Scritto da Tatta Bis     Giovedì 20 Novembre 2014 14:07    Stampa E-mail
anoressiaUn team internazionale di ricercatori, guidato dallo psichiatra italiano Santino Gaudio, ha scoperto che non solo la vista ma anche il tatto inganna le anoressiche
 
Secondo questa analisi, che ha tenuto conto anche di precedenti studi, le donne con disturbi alimentari hanno una percezione tattile alterata delle forme corporee, specialmente nelle zone che loro considerano più critiche (gambe e fianchi), si aggiungono anche difficoltà nel riconoscere l’orientamento e la posizione delle diverse parti del corpo, come accade a chi è colpito da ictus. 
 
Ragazza anoressica

Queste anomalie  possono dipendere dalla compromessa funzionalità della corteccia parietale del cervello e aprono la strada a nuove terapie.
 
Chi soffre di anoressia non smette di mangiare perchè non ha fame, ma perchè si percepisce grasso, anche quando pesa 35 chili, è un disturbo del cervello e come tale va trattato scoprendone tutti i retroscena ancora misteriosi.
 
Ciò che succede nel cervello di queste persone, travolge tutti gli organi di senso e lo specchio, con l’immagine di scheletro che rimanda, non basta più a convincerli.
 
Toccandosi, gli anoressici percepiscono anche con la pelle quello che il cervello vuole ostinarsi a vedere, per cui non accettano la verità, ovvero che sono allo stremo della forma fisica, ma continuano a sentirsi grassi e a cercare di contrastare questo fatto.
 
Secondo un altro studio, dell'Università di Seul, è l’ossitocina, l’ormone dell’amore, l'arma segreta per vincere l'anoressia, perchè indurrebbe una propensione alla scelta di cibi ipercalorici e una maggior tolleranza verso forme del corpo più rotonde e abbondanti.
 
Gaudio ha spiegato che nel suo studio, ha riscontrato risultati simili a quelli dei pazienti che hanno avuto un ictus, in quanto mostrano un deficit nel riconoscere l’orientamento del proprio corpo.
 
Chi soffre di anoressia ha una percezione distorta del proprio corpo che però è indotta da una vera modificazione dei sensi. 
 
Il tatto fa percepire davvero gambe e fianchi più grossi di quello che sono in realtà e chi soffre di questa malattia ha anche difficoltà nel capire quale sia l’orientamento del proprio corpo nello spazio.
 
Partirà, con l’università Cattolica di Milano, nella prossima primavera un progetto di riabilitazione del corpo, con la riorganizzazione della propria immagine, che vedrà l'uso della realtà virtuale. 
 
Si deve agire sul sintomo della distorsione del corpo, che è reale e non solo la ricerca di un modello di perfezione, la terapia è in un certo senso completa. 
 
Agire su più fronti per guarire e garantire un futuro a chi soffre di questa patologia, ancora molto diffusa e dai meccanismi mentali troppo poco conosciuti.

 
 

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