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Negli Stati Uniti in arrivo la pillola dei 5 giorni dopo
Donna - Articoli
Scritto da Angela Messina     Lunedì 16 Agosto 2010 14:10    PDF Stampa E-mail
coppiaFunziona fino a 120 ore dopo il rapporto sessuale impedendo l'inizio della gravidanza, è già diffusa in molti paesi europei , come già scritto tempo fa su Mamme Domani, e venerdì è stata approvata anche dalla Food and drug administration statunitense.

Dopo la lunghissima attesa per la Ru486, l'Italia potrebbe essere tra gli ultimi arrivati anche per la cosiddetta pillola dei cinque giorni dopo, ormai diffusa in molti paesi.
Negli Stati Uniti verrà commercializzata la pillola dei 5 giorni dopo

I due farmaci sono molto diversi: il primo provoca l'aborto, il secondo è un contraccettivo parente stretto della ben nota pillola del giorno dopo.

Ad accomunarli, da noi rischia di essere il ritardo nell'inserimento nel prontuario farmaceutico e forse anche uno scontro ideologico intorno al loro uso.

Negli Stati Uniti il via libera alla commercializzazione è arrivato dopo che due sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che era sicura ed efficace, ha precisato l'ente federale Usa, sottolineando però che la pillola, prodotta dalla francese HRA Pharma, non deve essere utilizzata come un comune contraccettivo.

La pillola dei cinque giorni dopo, a base di ulipristal acetato (Ua), è considerata dagli esperti più efficace nello scongiurare gravidanze rispetto a quella del giorno dopo, basata su levonorgestrel.

A differenza della pillola del giorno dopo, che può essere presa entro 72 ore dal rapporto sessuale a rischio e la cui efficacia decresce ogni 12 ore, la pillola basata sull'ulipristal acetato non ha evidenziato finora perdite di efficacia nell'arco dei cinque giorni in cui può essere somministrata.

Studi condotti in Gran Bretagna, i cui risultati sono stati resi noti dalla rivista Lancet nel gennaio scorso, hanno dimostrato che il rischio di gravidanza con ulipristal si é ridotto fino a due terzi rispetto al levonorgestrel.

Gli effetti collaterali, prevalentemente mal di testa, nausea e dolori addominali, sono stati definiti da leggeri a moderati.

La commercializzazione della pillola dei cinque giorni dopo potrebbe comunque rianimare il dibattito, non solo negli Usa, sulla natura della pillola del giorno dopo, considerata da molti come un farmaco abortivo e non anticoncezionale, fino a spingere parte dei farmacisti a invocare l'obiezione di coscienza per non essere costretti a venderla.

In Europa la pillola dei cinque giorni dopo ha ricevuto l'autorizzazione dell'autorità farmacologica europea (Emea) a marzo dello scorso anno ed è già reperibile in Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Gran Bretagna, Olanda, Finlandia, Svezia, Lituania, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Danimarca, Norvegia, Spagna, Austria, Grecia, Polonia, Lettonia, Lettonia, Portogallo e Romania.

In Italia HRA Pharma ha presentato all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) la richiesta del via libera per mettere in commercio il farmaco nel gennaio di quest'anno, ma a maggio scorso il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, durante un question time alla Camera ha annunciato che la decisione dell'Aifa era stata sospesa in attesa del parere degli esperti circa la sua sicurezza e compatibilità con le leggi sull'aborto e la contraccezione.

Fazio ha fatto inoltre sapere che, una volta acquisita la valutazione della commissione tecnica-scientifica dell'Aifa chiederà un parere del Consiglio superiore di Sanità sulla compatibilità del farmaco con la normativa vigente e che sia escluso con certezza che agisca dopo il concepimento.
Per il farmacologo Silvio Garattini la scelta finale può essere una sola: andrà dato il via libera alla commercializzazione.

Dopo la presa di posizione dell'Emea l'autorizzazione può  ritardare ma alla fine deve arrivare.
La rimborsabilità invece può esserci o meno.

Di norma chi chiede l'autorizzazione ha diritto ha una risposta entro 90 giorni: se è positiva il farmaco arriva in farmacia altrimenti l'azienda produttrice può ricorrere all'Emea, da dove si può avviare un arbitrato con l'Aifa.

Fonte: ANSA
 

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