Ieri è arrivata la prima disposizione a favore delle cure per Celeste, la bimba di due anni malata di atrofia muscolare spinale fin dalla nascita a cui erano state bloccate le terapie a base di cellule staminali adulte per l'inadeguatezza del centro che l'aveva in cura. In attesa della decisione definitiva del Tribunale, è stata ordinata l'immediata ripresa delle cure seguendo la stessa metodica con le staminali perché la bambina rischia la vita.

Questo quanto stabilito dal Giudice del lavoro di Venezia,  Margherita Bortolaso, con un secondo provvedimento, ordinando l'immediata infusione delle cellule staminali della madre sulla piccola Celeste presso l'Ospedale di Brescia.

Rimane ferma la denuncia dell'Aifa contro il laboratorio della Stamina Foundation che aveva in cura la bambina insieme ad altri malati gravi. Il laboratorio era inadeguato alle cure che stava affrontando, senza nessun protocollo e senza le normali norme igieniche da rispettare in questi casi. Secondo l'ispezione di Nas e Aifa il laboratorio è assolutamente inadeguato sia dal punto di vista strutturale sia per le cattive condizioni di manutenzione e pulizia, pertanto non garantisce la protezione del prodotto da contaminazioni ambientali.

Per questi motivi è stata determinata l'urgente necessità di adottare nei confronti dell'Azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia e della Stamina Foundation Onlus un provvedimento di blocco per tutelare la salute pubblica, vietando quindi qualsiasi tipo di prelievo, trasporto, manipolazioni, colture, stoccaggi e somministrazioni di cellule umane.