Mentre a Roma si indaga sui casi di tubercolosi tra i neonati del Gemelli, i ricercatori americani della Yeshiva University (Usa) sono più vicini ad un vaccino capace di battere la Tubercolosi (Tbc). Grazie agli studi sui topi, infatti, William Jacobs, immunologo dell’istituto Albert Einstein di New York, è riuscito a mettere a nudo il meccanismo con cui il batterio riesce ad aggirare le difese immunitarie di uomini e animali provocando l’infezione.

In questo momento la malattia uccide circa 1,7 milioni di persone ogni anno e il batterio che la causa ha già infettato una persona su tre al mondo. Causa anche l’emergere di ceppi farmaco-resistenti, addirittura refrattari a tutti gli antibiotici. Prevenire quindi efficacemente la Tbc è più che urgente. Stop Tb è la campagna mondiale per evitarla, al momento solo con controlli e norme igieniche.

La ricerca, pubblicata su Nature Medicine, è partita dall’osservazione degli stratagemmi del Mycobacterium smegmatis, un batterio che è letale solo per i topi e non per l’uomo; Jacobs e colleghi hanno scoperto che un set di geni, Esx-3, è indispensabile al batterio per camuffarsi e superare la reazione immunitaria dell’organismo. Eliminando i geni truffatori, le cellule-soldato dei topi, i linfociti, hanno eliminato l’infezione.

Il trucco non funzionava invece sulla variante pericolosa per l’uomo, il Mycobacterium tuberculosis. Per questo i ricercatori hanno inserito i geni Esx-3 della Tbc umana nel batterio M. smegmatis mortale per i topi. Gli animali vaccinati con questo batterio modificato sono sopravvissuti 135 giorni invece che i 54 di media. “Quelli che sono sopravvissuti più di 200 giorni - spiega Jacobs - avevano il fegato completamente pulito dal batterio della Tbc, cosa che non si era mai vista prima”.

Solo un topolino su cinque, però, ha mostrato questa efficace risposta. Dunque il vaccino, pur molto promettente, andrà ancora migliorato prima che possa essere considerato sufficientemente efficace. E non si sa se poi funzionerà sugli esseri umani.