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Per le donne in menopausa il punto debole è il cuore |
Donna - Articoli | |||
Scritto da Angela Messina Giovedì 04 Novembre 2010 14:07 | |||
Il punto debole della donna in menopausa è il cuore: dopo i 50 anni le malattie che colpiscono vasi e arterie diventano la prima causa di morte femminile. In Italia sono 120.000 ogni anno i decessi per stroke o infarto e altrettanti sono gli eventi non fatali ma spesso invalidanti. Priva della protezione degli estrogeni, la donna è a rischio come e più degli uomini.
Fondamentale è la prevenzione, soprattutto attraverso una moderata e costante attività fisica, in particolare l'attività fisica. Ma oggi disponiamo anche di una nuova arma contro il rischio cardiovascolare in menopausa: è la terapia ormonale sostitutiva (TOS) che ha dimostrato di ridurre la nuova formazione di cellule adipose e quella di atrerosclerosi, come spiega il prof. Giuseppe Rosano, cardiologo Direttore del Dipartimento di scienze internistiche dell'IRCCS San Raffaele di Roma. Dopo soli sei mesi di trattamento la terapia si è rivelata efficace nel diminuire significativamente lo spessore intima media dell'arteria carotide in pazienti con valori normali. Si tratta di un parametro molto importante perchè è direttamente correlato alla progressione di arterosclerosi e possibilmente a infarto miocardico e stroke. Un beneficio aggiuntivo esclusivo di questa terapia, che già si era dimostrata la prima e l'unica efficace per abbassare la pressione arteriosa. Questo valore si alza naturalmente con la fine dell'età fertile (un'italiana over 50 su 2 è ipertesa) e rappresenta un fattore di rischio più importante per la donna che per l'uomo, così come il diabete. I risultati dello studio vengono presentati al 13esimo Congresso mondiale sulle Controversie in ostetricia, ginecologia e infertilità (Cogi), che si apre oggi a Berlino e riunisce per 3 giorni i maggiori esperti da tutta Europa. I risultati dello studio vengono presentati al 13mo World Congress on Controversies in Obstetrics, Gynecology & Infertility (COGI), che si apre oggi a Berlino e riunisce per 3 giorni i maggiori esperti da tutta Europa. Si rende necessario però rassicurare le pazienti sulla sicurezza di questa terapia che se iniziata precocemente, prima dei 60 anni o comunque entro 10 anni dalla menopausa, riduce del 30% la mortalità per cause cardiovascolari. La Tos, se scelta con cura, può rivelarsi un prezioso alleato anche della forma fisica: i vantaggi sono evidenti, sia nel contrastare l'innalzamento della pressione arteriosa, che la tendenza a ingrassare e la ridistribuzione dell'adipe, soprattutto se si utilizza come progestinico il drospirenone. Per ottimizzarne l'impiego, oltre alla precocità di inizio del trattamento, è importante la selezione delle pazienti sulla base di un'accurata anamnesi così da indirizzare la scelta del tipo di terapia e del dosaggio. L'inizio del trattamento in presenza di disturbi costituisce già un criterio. La presenza di sintomatologia, che non insorge con la stessa intensità in tutte le donne, indica infatti un peculiare assetto biologico. Le vampate di calore, ad esempio, colpiscono il 75% delle donne e sono un marker della sensibilità biologica alla deprivazione estrogenica, del sistema nervoso centrale ma anche di altri organi o apparati. Il colloquio con il ginecologo è essenziale per prendere una decisione condivisa e consapevole, il presupposto essenziale per il successo della terapia. Il Congresso Cogi, dedica ampio spazio al tema della fine dell'età fertile, come uno dei periodi di maggiore fragilità per la donna. Secondo un sondaggio condotto nel 2009 dalla Società italiana della menopausa (Sim) ben l'86% delle donne presenta qualche disturbo e 6 su 10 affermano di sentirsi nel complesso peggio di prima. In testa alla classifica dei disagi vi sono le vampate (78,5%), seguite da aumento di peso (52%), sudorazione eccessiva (51,5%), palpitazioni (51%), sbalzi d'umore (42,5%), alterazioni del sonno (41%), irritazione e secchezza vaginale (35%). Fonte: ASCA
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