Luisella è una neonata di un giorno, ma la sua nascita fa scalpore.

La piccola è venuta al mondo ieri mattina all'ospedale Sant'Anna di Torino con parto cesareo e nessuna complicazione, ma Luisella ha una mamma speciale, una mamma-nonna di 58 anni.

Con un'intervista rilasciata al settimanale Chi, Anna Falchi annuncia la sua gravidanza.

Proprio due mesi fa, sempre allo stesso giornale aveva dichiarato di volere un figlio, senza sapere probabilmente di esserlo già, oppure per pura scaramanzia visto che era proprio agli inizi, visto che ora è già entrata nel quarto mese.

In questi giorni a Treviso è apparsa un'immagine shock: un feto immerso in un bicchiere di spritz. La campagna pubblicitaria "Mamma beve, bimbo beve" farà capolino da tutti gli autobus ed esercizi pubblici per sensibilizzare la popolazione sul problema del consumo di alcolici in gravidanza.

La campagna fa parte di un progetto di più ampio respiro intitolato "Kambio marcia - In attesa cambia", scaturito da una collaborazione tra l'Università degli Studi di Trieste e il servizio di alcologia del Dipartimento per le dipendenze.

Non ci dobbiamo meravigliare se anche i papà soffrono di una patologia che fino a poco tempo fa poteva essere pensata solo per le neo mamme.

I ruoli che cambiano, la figura del papà sempre più presente nella gestione familiare e anche in quella dei bambini, ha i suoi pregi ma anche i suoi svantaggi: per diversi motivi quindi, anche i papà hanno le stesse probabilità di soffrire, prima o dopo il parto, della depressione più temuta dalle nuove mamme.

Da un recente studio condotto dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora (Usa) e pubblicato sul New England Journal of Medicine, emerge la proprietà benefica della vitamina A per le mamme gravide e i loro bebè: infatti, presa dalla mamma incinta fa bene ai polmoni del nascituro.

Fondamentale sapere l'importanza di questa vitamina, la cui assenza, da sempre, provoca molte vittime: colpisce nel mondo circa 190 milioni di bambini in età prescolare. Nei paesi in via di sviluppo provoca nella maggior parte, casi di cecità  permanenti, mentre sono circa 650 mila i decessi nei primi anni di vita.